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En.Cor, 36 creditori: escluso il Comune

En.Cor, 36 creditori: escluso il Comune

Ieri mattina l’udienza nell’ufficio del giudice fallimentare Varotti: il passivo della società è superiore ai 30 milioni di euro

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CORREGGIO. Si è svolta ieri mattina, in tribunale a Reggio, nell’ufficio del giudice delegato Luciano Varotti, l’udienza per l’esame dello stato passivo di En.Cor e tra i presenti, oltre a legali e rappresentanti dei quattro lavoratori di En.Cor, c’era anche l’ex amministratore unico Davide Vezzani, che lo scorso 16 gennaio ha presentato l’istanza di fallimento dell’ex municipalizzata. In tutto sono state 36 le domande di credito ammesse in sede di udienza, per un’ammontare di oltre 30 milioni di credito; una cifra che, in questi giorni, il curatore fallimentare Nicola Filippo Fontanesi, che segue la spinosa pratica, dovrà ricostruire attentamente visto che all’esame del passivo qualche creditore è stato ri-ammesso dal giudice Luciano Varotti. Cosa che, però, non è successa per il Comune di Correggio, le cui richieste per l’ammissione all’esame passivo dei crediti sono state l’una respinta sia dal curatore Fontanesi – prima dell’udienza – sia dal giudice Varotti; la seconda è stata ritirata dallo stesso Comune, che ha deciso di discuterla in sede giudiziale.

Uno di questi crediti riguarda una cifra, di circa 60mila euro, che il Comune di Correggio avrebbe investito in En.Cor quando ancora questa era di proprietà comunale, a fronte della realizzazione del progetto della rete di teleriscaldamento. Un piano che caratterizzava l’ex municipalizzata, ma mai attuato dalla stessa in tanti anni di attività; né quando En.Cor era di proprietà comunale né quando è passata alla nuova proprietà Amtrade.

Per questa non attualizzazione del progetto, il Comune ha tentato di riottenere la cifra in sede d’udienza di verifica dello stato passivo ma la domanda è stata respinta visto che il Comune – almeno fino alla data della vendita del 2013 – ha sempre investito denaro su En.Cor, utilizzando atti interni anziché elaborare atti esterni, che sarebbero, invece, stati più affidabili a “titolo restitutorio”. E a nulla sono servite le spiegazioni in sede di udienza dell’avvocato del Comune di Correggio, Giorgio Barbieri, perché il giudice Varotti – a fronte di una mancata e adeguata documentazione che avrebbe evidenziato l’accordo per la restituzione del denaro a fronte di opere non realizzate – ha mantenuto senza ripensamenti l’esclusione proposta dal curatore Fontanesi. Questo passaggio è stato uno dei momenti più discussi e attesi della mattinata di ieri, che il Comune di Correggio in serata ha commentato con una nota: «Il giudice delegato, Luciano Varotti, ha ritenuto di escludere la domanda di insinuazione avanzata dal Comune di Correggio e avente a oggetto un credito, al netto di compensazioni, di circa 60mila euro. Rispetto a tale decisione il Comune si riserva di adottare ogni più opportuna iniziativa. Quanto invece alle residue (e più significative) ragioni di credito del Comune, quest’ultimo, allo stato, ha deciso di non insistere nella propria richiesta di insinuazione, al fine di riproporla allorché si sarà meglio chiarito, in sede giudiziale, il quadro di fatto inerente i titoli da cui potrebbe discendere una sua eventuale responsabilità nei confronti delle banche creditrici di En.Cor srl».

Un’udienza molto importante quella di ieri, insomma. E, per quanto riguarda i partecipanti, della nuova proprietà svizzera (Amtrade) non si hanno notizie. Oltre all’ex amministratore unico Davide Vezzani, che ha seguito l’attività della nuova proprietà per sei mesi circa, nessuno della nuova società si è fatto vivo, né con il curatore fallimentare né partecipando all’udienza di ieri mattina, né come uditore né tantomeno come creditore.

Silvia Parmeggiani

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