Spietato e assetato di potere Riccardo III è simile a noi
Gassman affronta l’opera di Shakespeare nel ruolo di regista e protagonista per rendere contemporaneo l’eterno lato oscuro e tragico dell’animo umano
REGGIO. Alessandro Gassman affronta per la prima volta un'opera di Shakespeare. Lo fa in RIII Riccardo Terzo, in scena stasera e domani al Valli alle ore 20.30.
L’inesauribile attualità di un classico shakespeariano diventa un dramma gotico dal ritmo cinematografico, per esplorare le pieghe oscure dell’inconscio e la deformità dell’animo umano nella rilettura che Gassman propone nella doppia veste di regista e interprete.
L’artista giganteggia sulla scena indossando i panni di un re crudele, ambizioso, manipolatore, ma anche insicuro, tormentato, spaventato dalla solitudine, per il quale la deformità fisica diventa il segno esteriore dell’avidità e del male finalizzati alla conquista di un potere e di un trono che non gli spettano. Ad illustrare la deformità dell’animo è la fisicità di un’immagine sproporzionata che Gassman riproduce con una statura fuori misura e allungata (rispetto alla figura di gobbo e storpio della tradizione), per tramutare la diversità del tiranno nell’impudente incombenza di un gigante che sovrasta con la sua altezza gli altri personaggi (a cui si rivolge parlando dall’alto di calzature con rialzi interni).
«Ho sempre avuto nei riguardi del Bardo, forse per gigantesche ombre familiari, un certo distacco, un approccio timoroso e le messe in scena dei suoi capolavori, lo confesso – scrive nelle note di regia – non sono mai riuscite a coinvolgermi del tutto, forse per la difficile sintonia con un linguaggio così complesso ma anche, in molte traduzioni, oscuro e arcaico. Un “ostacolo” che mi ha sempre impedito di immaginare una messa in scena in grado di restituire l’immensa componente poetica ed emozionale e allo stesso tempo di innervare di asprezza contemporanea il cuore pulsante ed immortale dell’opera shakespeariana attraverso il registro comunicativo a me più congeniale, quello della modernità e dell’immediatezza». Datata 1592-93 e considerata un’opera giovanile di Shakespeare, Riccardo III affascina e coinvolge col suo violento furore, la brama di potere e la follia omicida, trasportando il pubblico in un viaggio tragico verso l’oscurità dell’animo e del cuore di un uomo che piega consanguinei e avversari al suo volere.
Nel suo adattamento, Vitaliano Trevisan riduce a 10 gli oltre 40 personaggi dell’originale e Gassman ne affida l’interpretazione a nove attori, tenendo per sé il ruolo di Riccardo. Con lui sul palco ci sono: Mauro Marino, Giacomo Rosselli, Manrico Gammarota, Emanuele Maria Basso, Sabrina Knaflitz, Marco Cavicchioli, Marta Richeldi, Paila Pavese.