Così vivevano sulla Pietra i nostri antenati preistorici
Castelnovo Monti, in mostra i reperti provenienti da Campo Pianelli
CASTELNOVO MONTI. La Pietra di Bismantova, autentico patrimonio paesaggistico e naturalistico della montagna reggiana, celebrata anche da Dante Alighieri nella Divina Commedia (Canto IV del Purgatorio)è anche un museo archeologico a cielo aperto.
Alle sue pendici, in particolare nel sito di Campo Pianelli, sono stati rinvenuti, in un secolo e mezzo di pazienti ricerche, reperti e resti di necropoli che certificano la presenza in loco di insediamenti umani a partire dall’età del rame e poi del bronzo.
Ora quei piccoli ma straordinari tesori della protostoria, raccolti nel tempo dagli archeologi e in buona parte ospitati nelle sale dei Musei Civici di Reggio, verranno presentati al pubblico in una mostra che si aprirà sabato prossimo (inaugurazione alle ore 17) ospitata poco lontano dalla stessa Pietra, a Palazzo Ducale in via Roma 12/B .
Il titolo dell’esposizione, che resterà poi aperta fino al prossimo novembre, è Antichissima Bismantova e l’evento è giustamente considerato un momento culturale destinato a restare nella storia reggiana. E’ infatti il risultato di una felice collaborazione intrecciata fra l’amministrazione comunale di Castelnovo Monti, Parco Nazionale dell’Appennino (del quale la Pietra è entrata a far parte nel 2010), Musei reggiani e Soprintendenza ai beni artistici.
Tutti rappresentati ieri, a Palazzo Allende a Reggio, sede dell’amministrazione provinciale. Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale, ha sottolineato la valenza storica e antropologica della Pietra, un autentico “monumento” creato dalla natura che e riconosciuto come simbolo del territorio montano; un bene naturale e culturale da preservare e promuovere per fini turistici, religiosi, sportivi.
Il sindaco di Castelnovo Monti, Gianluca Marconi ha ringraziato i protagonisti di questa iniziativa che consente di riconoscere le testimonianze lasciate nel passaggio da varie popolazioni, Liguri, Etruschi, Bizantini, e di recuperare i segni della loro permanenza. «E’ un sogno che si realizza» ha francamente ammesso l’assessore alla cultura Francesca Correggi.
«Tutto fa pensare – ha aggiunto Iames Tirabassi dei Musei Civici – che questo sepolcreto all’epoca fosse noto in tutta Europa. E dunque è probabile che verranno a rivederne i segni anche da oltre confine». Per l’occasione è stato realizzato un ricco catalogo pronto per il giorno inaugurale. Il valore degli scavi è stato infine esaltato da Valentina Leonini della Soprintendenza ai beni artistici e culturali che ha parlato di originalissimi resti di insediamenti storici in altura, emblematici anche della funzione della Pietra nell’orientamento di antiche popolazioni nomadi. Aspetti dunque non solo paesaggistici fortunatamente conservati ed ora, grazie a questa felice intesa fra vari soggetti pubblici, valorizzati e funzionali alla promozione della nostra bella montagna.
Luigi Vinceti
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