«Niente sconti in mensa», mamma va dalla Finanza
Il Comune minaccia segnalazioni: i redditi dichiarati sono “inattendibili”. La donna: «Non ho nulla da nascondere, dalle Fiamme gialle ci sono andata io»
REGGIO EMILIA
Si è presentata alla porta della Guardia di finanza con il faldone che contiene tutta la “contabilità” della sua famiglia. «Sono qui per autodenunciarmi» ha detto. E’ il gesto carico di dignità di una giovane mamma, separata con due figli a carico, a cui il Comune ha negato l’accesso alla tariffa ridotta in mensa scolastica dubitando della sua dichiarazione Isee e ora le chiede il conguaglio di tutto gli arretrati: circa 560 euro in un colpo solo.
Tutto è iniziato a settembre, quando Luigia Isoldi 33 anni ha compilato la richiesta per la retta ridotta ai suoi figli, di 7 e 11 anni. Allegando la dichiarazione Isee che arriva ad appena 6.300 euro. «I miei figli sono mio carico al 100%, il padre dal quale sono separata è disoccupato e non ci aiuta. Io ora lavoro per una cooperativa, un lavoro stagionale con cui a fatica raggiungo i 900 euro. E pago l’affitto: 450 euro al mese più spese condominiali».
Ma dal Comune arriva la bocciatura. Nel documento a firma del responsabile del servizio, Alberto Bevilacqua, si legge: «Il reddito dichiarato nella stesura della Dichiarazione Sostitutiva Unica risulta inattendibile ai fini del sostentamento del nucleo familiare». Troppo pochi per crederlo possibile? Di fatto, la richiesta di tariffa ridotta – 2,85 euro al giorno per bimbo invece di 5,65 – viene respinta. Con un monito: «Il suo nominativo potrà essere inserito in apposito elenco di segnalazione alla Guardia di finanza per eventuali indagini». Luigia Isoldi non molla, si rivolge a un avvocato e presenta ricorso. Intanto, paga regolarmente i bollettini per la mensa a 2,85. Fino alla nuova lettera del Comune dove si ribadisce la richiesta della retta intera e si chiede il conguaglio degli arretrati. Ma a questo punto, la mamma si ribella. «Io non chiedo l’elemosina. Mi tiro su le maniche ogni giorno per non far mancare niente ai miei figli – sottolinea – Ma il mio reddito è questo ed è matematica: non riesco a pagare la retta intera. Non si capisce perchè mi sia stato negata la riduzione. Ho chiamato il Comune e sono stata rimbalzata da un ufficio all’altro. Con toni anche poco carini. Allora, sono andata dalla Finanza. Ho detto: mi autodenuncio, controllate tutto, ditemi cosa nascondo. Sono rimasti sorpresi, ma sono stati gentili, mi hanno ascoltato. Chiedo solo quello di cui ho diritto per i miei figli».