Gazzetta di Reggio

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«Commissario, sia chiaro su En.Cor»

«Commissario, sia chiaro su En.Cor»

Correggio: il comitato “Via la nebbia” sollecita risposte sulla posizione del Comune, i debiti e le lettere di patronage

17 aprile 2014
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CORREGGIO. La prima risposta dalla Corte dei Conti dell'Emilia Romagna in merito all'esposto inviato dai cittadini del comitato “Correggio Via La Nebbia” lo scorso 5 dicembre, è arrivata il 4 aprile. Lì, nella lettera firmata dal direttore Annamaria Quaranta, si legge: «Il vostro fascicolo è in fase istruttoria». Passati più di dieci giorni dalla ricezione della lettera, il comitato ha aspettato l'esito dell'esame dello stato passivo di En.Cor col giudice delegato Luciano Varotti (che si è svolto lunedì mattina in tribunale a Reggio) prima di fare le sue considerazioni. E ora che il giudice ha escluso il Comune di Correggio dalla lista dei creditori di En.Cor (per un credito da 60mila euro, visto che l'altro credito non è stato più richiesto dallo stesso Comune), i membri del comitato non si accontentano più di aspettare e chiedono chiarimenti precisi al commissario del Comune, Adriana Cogode.

«L’esposto che il nostro comitato ha presentato alla Corte dei Conti e che risulta essere in fase di esame – spiegano i cittadini di “Correggio Via La Nebbia” – presenta la documentazione di 13 aspetti che possono configurarsi come danno erariale».

Tra questi 13 punti, il comitato cita la cessione gratuita di beni e terreni pur nella consapevolezza dell'imminente vendita di Encor; le lettere di patronage rilasciate dal Comune alle tre banche; il pagamento dello stipendio al direttore generale («anche se questi dedicava almeno la metà del proprio tempo alla "cura" di En.Cor», spiegano dal comitato); il minor valore di En.Cor al momento della vendita dovuto a gravi errori di gestione; la costituzione della società Soer, i rapporti tra Comune, Encor, Soer ed Esa oltre alla vendita delle quote di Soer ad Encor. Se fossero davvero considerati danni erariali, per il comitato questa dovrebbe essere materia della Corte dei Conti, perché «ricordiamo che una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha chiarito che è competenza della Corte dei Conti indagare anche sulle società partecipate dai Comuni».

Prima che l'ente decida sul da farsi, però, il comitato vorrebbe risposte precise e dettagliate dal commissario Cogode. «Su alcuni quotidiani locali – afferma il comitato – sono uscite notizie relative alle procedure fallimentari e al contenzioso con le banche. Crediamo che il commissario dovrebbe informare i cittadini nel merito». E tra i tanti interrogativi avanzati dal comitato, spicca il nome dell'istituto di credito San Felice e la questione legata alle lettere di patronage, per i prestiti bancari ad En.Cor quando questa era di proprietà comunale.

«Ci chiediamo, in particolare: è vero che ad oggi la sola banca che ha chiesto l'escussione del proprio debito al Comune (facendo valere le lettere di patronage) è la San Felice? E’ stato avviato formalmente il procedimento giudiziario con la Banca San Felice? E’ vero che le altre due banche hanno richiesto la restituzione del debito solo ad En.Cor (riconoscendo come debitore solo En.Cor) e non hanno fatto nessuna mossa nei confronti del Comune? Nel momento in cui le due banche fossero annoverate dal giudice tra i creditori di En.Cor, cesserebbe automaticamente l'eventuale validità delle lettere di patronage?».

Domande lecite, spiegano dal comitato, «o il commissario non è tenuto agli stessi doveri di comunicazione di un sindaco eletto?»

Silvia Parmeggiani