Gazzetta di Reggio

Reggio

La carne magra spopola in crisi i suini “pesanti”

La carne magra spopola in crisi i suini “pesanti”

I maiali tipici del Reggiano rischiano di essere scalzati dalle diete in voga gli allevatori chiedono una nuova classificazione per arginare le importazioni

17 aprile 2014
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REGGIO. Il suino pesante, di cui sono grandi specialisti i nostri allevatori, probabilmente dovrà affrontare una piccola cura dimagrante. Un po’ perché i costi per alimentarlo risultano decisamente alti, ma soprattutto perché i consumatori sembrano gradire, se non preferire, nelle fette di prosciutto carni leggermente più rosse, meno grasse. È una delle conclusioni cui sono approdati ieri, al Centro Fiere, i partecipanti al convegno promosso dal Crpa, Centro ricerche produzioni animali, e da Unapros, l'organizzazione che aggrega i produttori di carni suine. Nell’occasione sono state analizzate le numerose sfide che la suinicoltura italiana si trova ad affrontare nel corso del 2014.

La nostra provincia è sempre stata una delle “capitali” del settore tanto che solo qualche lustro addietro erano più i maiali allevati delle persone residenti. Oggi i quasi 350 allevatori reggiani accumulano circa 300 mila suini. Dunque una risorsa di rilievo per il settore agricolo e non a caso la sala dell’incontro era affollatissima.

Numerosi i temi affrontati.Ai convenuti, dopo il benvenuto del consigliere del Crpa e presidente della Cia, Antenore Cervi, sono stati presentati gli aspetti più ostici del mestiere. Moderatore è stato Giorgio Monetti dell'Accademia dei Porci Bravi. I relatori hanno valutato in particolare le scelte da compiere per affermare il Sistema della qualità nazionale con la valorizzazione anche del resto della carcassa. Kees De Roest si è soffermato sui costi di produzione del suino pesante nel contesto internazionale. Andrea Rossi ha presentato gli scenari e le opportunità per i prodotti ricavati dalla nostra suinicoltura. Paolo Cordioli e Loris Alborali hanno trattato infine dell'approccio integrato alle più urgenti problematiche dalla biosicurezza alla malattia di Aujeszky. Nel successivo dibattito è infine emersa l'importanza di una nuova classificazione del suino pesante anche se reso leggermente più magro. In caso contrario quasi tre dei quattro prosciutti commercializzati rischiano di derivare da prosciutti provenienti dal Nord Europa. Pesa intanto il mancato coronamento del tentativo di una dop per il Gran Suino Padano ed allora si è insistito sulla necessità di un dar vita ad un marchio capace di esaltare le doti delle carni allevate nelle nostre regioni. Intanto i prezzi di realizzo del 2013 sono risultati decisamente modesti perché i prezzi dei cereali sono scesi soltanto nel finale di stagione. Gli allevatori hanno comunque continuato a lottare riuscendo a garantire, attraverso il sistema zooprofillatico, la salute negli allevamenti evitando epizozie.

Luigi Vinceti