Gazzetta di Reggio

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Il sondaggio del Pd: "Vecchi oltre il 50%"

di Evaristo Sparvieri
Il sondaggio del Pd: "Vecchi oltre il 50%"

I democratici primo partiti con il 48%. Prampolini al 18%. Crollo del M5S. E alcuni candidati sindaco rischiano di star fuori dalla Sala del Tricolore 

18 aprile 2014
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REGGIO EMILIA

Luca Vecchi vola, Donatella Prampolini tiene botta, ma è assai distante. Il M5S, invece, è in discesa libera. E sarebbe soltanto il terzo partito in città. Indiscrezioni. E dunque numeri da prendere con le pinze. Ma sarebbe questa la fotografia della corsa alla poltrona di sindaco scattata dal primo di una serie di sondaggi commissionati dal Pd regionale, a distanza ormai di poco più di un mese dall’appuntamento elettorale del prossimo 25 maggio: un modo per tenere monitorato l’andamento della campagna elettorale, tastando il polso della situazione nelle principali roccaforti “rosse” che a maggio andranno alle urne. Un paio di settimane fa, era stata la volta di Modena. La settimana scorsa, invece, a finire nel taccuino degli intervistatori sono stati proprio gli elettori reggiani.

I NUMERI. Il sondaggio, di tipo telefonico, sarebbe stato realizzato la settimana scorsa dalla Swg, su un campione di circa un migliaio di cittadini, rappresentativo della popolazione votante (composta da circa 120mila reggiani): studenti, pensionati, lavoratori, disoccupati. E, sulla base delle risposte fornite, la coalizione del centrosinistra potrebbe puntare alla vittoria al primo turno, forte di una forchetta di consensi che oscilla tra il 50%-54%. Un risultato nel quale il Pd si confermerebbe di gran lunga il primo partito cittadino, con un consenso che si aggira intorno al 48%, conseguenza anche del cosiddetto effetto Renzi e del nuovo corso dettato dalla segreteria provinciale per queste elezioni amministrative: nessun paracadute comodo per chi è stato eletto in passato o per chi ha già rivestito incarichi, ma la richiesta per tutti coloro che hanno ambizioni politiche di confrontarsi con il consenso degli elettori per legittimare le proprie aspirazioni. Nel novero degli alleati del Pd, nel sondaggio non sarebbe stata misurata la capacità elettorale della lista civica 0522, capitanata dal presidente della Papa Giovanni XXIII, Matteo Iori, mentre l’apporto di Sinistra, ecologia e libertà dell’attuale assessore al Welfare, Matteo Sassi, sarebbe stato valutato intorno al 3%.

BALLOTTAGGIO ADDIO? Se i numeri potranno dare un’iniezione di fiducia al candidato del centrosinistra, Luca Vecchi, discorso diverso vale per Donatella Prampolini e per Norberto Vaccari, che nella sfida elettorale finora hanno puntato quasi tutto sul ballottaggio, mostrando l’intenzione di giocarsi il tutto per tutto in un eventuale secondo turno, in calendario l’8 giugno. La candidata “magenta”, sostenuta da una lista civica, da Forza Italia e da una coalizione di centrodestra (con l’esclusione della Lega) secondo il sondaggio si fermerebbe attorno al 18%. Ma la vera sorpresa, in negativo, sarebbero i grillini: per Norberto Vaccari solo il 13%, che rappresenterebbe sicuramente un boom di consensi rispetto al 3,35% ottenuto cinque anni fa. Ma, nello stesso tempo, con le dovute differenze non vedrebbe confermato il successo delle urne registrato alle politiche del febbraio 2013, quando il M5S raccolse il 24,3% dei voti (su una popolazione composta tuttavia da 384mila votanti di tutta la provincia). Tra gli altri candidati sindaci, inoltre, secondo il sondaggio si distinguerebbe la sola Cinzia Rubertelli, sostenuta da Grande Reggio e da Progetto Reggio, che otterrebbe un consenso tra il 2,5% e il 3%. Per tutti gli altri, da Antonio Casella di Reggio democratica a Francesco Fantuzzi di Un’altra Reggio, da Gianluca Vinci della Lega Nord a Ernesto D’Andrea di Città del Tricolore, solo percentuali attorno all’1%.

FUORI DAL CONSIGLIO? Se queste percentuali venissero confermate dal voto di maggio, per la storia della politica reggiana si verificherebbe un inedito: sarebbe la prima volta, infatti, che uno o più tra gli attuali candidati sindaco non riuscirebbero ad ottenere un seggio in consiglio comunale. Nelle scorse elezioni, infatti, erano sufficienti circa 300 voti per entrare nella Sala Tricolore. Ma a maggio la partita sarà decisamente più difficile rispetto al passato, in virtù dei provvedimenti assunti dal governo Monti sulla riduzione dei consiglieri comunali: per Reggio, così come per tutti i Comuni con una popolazione superiore a 100 mila abitanti, si scenderà da 40 a 32.

INCOGNITA ASTENSIONISMO. A far dormire sonni relativamente tranquilli, nel quartier generale del Pd di via Gandhi, non sarebbero però soltanto le indicazioni di voto. Ma anche, e soprattutto, quelle sulla partecipazione. Dietro precisa domanda, infatti, nel campione di elettori intervistati il 75% avrebbe risposto che andrà sicuramente a votare a maggio, cui si aggiunge un 10% che non ha espresso certezza, mostrando tuttavia l’intenzione di recarsi alle urne. Numeri che, tra le stanze del Partito democratico, considerano un ulteriore legittimazione del 54% di consensi riscontrati dal sondaggio.

VECCHI COME DELRIO. Ma ci sono anche altri due elementi che non sono passati inosservato in via Gandhi. Alle amministrative del 2009, l’allora candidato Graziano Delrio prese il 52,45% dei voti, percentuale in linea con quelle registrate da Luca Vecchi, ma con una importante differenza: rispetto a cinque anni fa, infatti, il Partito democratico salirebbe dal 43,9% al 48%, con un incremento di circa quattro punti percentuali che diventano invece serre rispetto alle elezioni politiche di febbraio 2013, quando il Pd si fermo a quota 40,94%.

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