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Ciclista morto, il gip: «No all’archiviazione»

Ciclista morto, il gip: «No all’archiviazione»

Correggio, l’aveva richiesta il pm. Fascicolo da rivedere. La famiglia insiste: mancavano le protezioni

18 aprile 2014
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CORREGGIO. La richiesta d’archiviazione avanzata dal pm per la morte di Andrea Vascoli, il ciclista di 35 anni morto un anno fa durante la gara “Pasqua del ciclista” schiantandosi contro un palo nella volata finale, è stata respinta. Ieri mattina il gip Giovanni Ghini, durante l’udienza in aula a Reggio, ha, invece, invitato il pm a riordinare il fascicolo in base alle disposizioni vigenti e a proseguire le indagini per verificare il ruolo, nella morte del giovane ciclista, degli organizzatori della manifestazione sportiva, la Ciclistica Correggio e la Lega ciclismo Uisp di Reggio.

Ìl giovane di Spilamberto perse la vita nel giorno di Pasquetta di un anno fa nella tradizionale competizione amatoriale che quest'anno non si farà; e del resto lo aveva già annunciato uno degli organizzatori, Roberto Bizzoccoli, sconvolto dalla morte di Vascoli.

A pochi giorni da Pasquetta, quasi fosse un segno del destino, arriva anche questa sentenza che dà un po’ di speranza ai familiari: potranno finalmente capire se la morte del giovane sia o non sia stata una fatalità. Il pm ora avrà sei mesi di tempo per verificare tutto il lavoro e al termine di questa scadenza (che potrà esaurirsi anche prima, in base al tempo necessario per effettuare le dovute verifiche) il giudice deciderà di nuovo se archiviare o proseguire, eventualmente con l’inizio di un processo.

Un traguardo importante per la famiglia. «Siamo ovviamente soddisfatti – commenta l’avvocato che tutela i Vascoli, Celestino Salami – il giudice ha deciso di accettare le nostre richieste, di effettuare ulteriori verifiche e capire se gli organizzatori potevano fare di più per evitare la morte del ragazzo. I video in nostro possesso, poi, parlano chiaro: se ci fosse stata una protezione adeguata in tutte le zone di pericolo per i ciclisti forse la morte di Andrea, giovane marito e papà, si poteva evitare. Bastava una protezione in più negli ultimi metri della volata, dove lui è morto, e coprire i pali per evitare quello che è successo. Invece, dai video si vedeva benissimo che il tragitto di gara era sguarnito di protezioni, soprattutto nel lato sinistro».

Tra le persone indicate dalla famiglia come responsabili dell’accaduto, due organizzatori della manifestazione, Bizzoccoli, appunto, della Ciclistica Correggio e Gilberto Fornaciari della Lega Ciclismo Uisp di Reggio, oltre al giudice di gara, Paola Pilati. La Pilati, però, è stata esclusa dal gip perché il suo ruolo non era quello indicato dalla famiglia.