Gazzetta di Reggio

Reggio

Corradini pagherà 2mila euro al Comune

di Enrico Lorenzo Tidona
Corradini pagherà 2mila euro al Comune

Il sindaco Ferrari lo aveva “licenziato”. L’ex assessore, dopo avergli fatto causa, dovrà ora sobbarcarsi le spese legali

18 aprile 2014
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Dopo il caos delle primarie era stato estromesso dalla giunta di Reggio con un atto netto da parte del sindaco vicario Ugo Ferrari, che lo accusava di assenteismo. Per cercare giustizia e chiedere il reintegro, l’ex assessore Franco Corradini si era rivolto al Tar di Parma, rinunciando poi alla causa perché le via legale sembrava alquanto stretta. Ora la sentenza definitiva sul suo ricorso, con la quale Corradini è stato chiamato a pagare le spese di giudizio: ben 2mila euro che dovrà versare al Comune, il quale si è avvalso del suo legale interno, Santo Gnoni, per difendersi durante il procedimento.

I soldi serviranno in gran parte per pagare le carte bollate, con le quali si è consumata la rottura definitiva tra Corradini e Ferrari. Il primo è stato isolato dopo le accuse di presunte irregolarità avvenute durante le primarie del 2 marzo del centro sinistra. Ipotesi alle quali non sono seguite al momento prove concrete. Il voto contestato ad alcuni cittadini immigrati aveva alzato un polverone al seggio del Catomes Tot. A chiudere il capitolo con Corradini è stato pochi giorni dopo Ferrari, che lo aveva “licenziato” ritirandogli tutte le deleghe perché, secondo al primo cittadino, era venuta meno la fiducia. Una «operazione di linciaggio», secondo Corradini, che aveva girato il caso al Tar. I giudici amministrativi, si legge però nella sentenza da poco depositata, avevano già le idee ben chiare sulla questione. Con decreto presidenziale, il 14 marzo 2014 avevano respinto l’istanza di tutela cautelare provvisoria chiesta dal legale dell’ex assessore perché la questione si fonda su «valutazioni di opportunità politico-amministrativa rimesse al sindaco (o vicesindaco come nel caso in esame) in considerazione del carattere fiduciario dell’incarico e della sua insindacabilità in sede di legittimità».

In seguito, il 25 marzo, Corradini ha deciso di mollare la presa, revocando il ricorso. Il provvedimento impugnato dall’esponente del Pd, è stato considerato «espressione di un potere ampiamente discrezionale». Corradini, ribadiscono i giudici riportando le parole del Comune, «non si sarebbe attenuto pienamente al principio di leale collaborazione con il sindaco vicario e colleghi assessori nell’assolvimento dei doveri istituzionali inscindibilmente connessi al ruolo ricoperto, sia in ragione della prolungata e ingiustificata assenza negli ultimi mesi ai lavori della giunta, sia per alcune prese di posizione e comportamenti che hanno inciso negativamente sull’operato e sull’immagine dell’amministrazione comunale, creando un clima di tensione che compromette la necessaria serenità, fiducia e operatività».

Un presunto danno di immagine che ha messo fuori gioco l’ex assessore, passato dalla corsa per la poltrona a sindaco al dimenticatoio, con un futuro politico che ora è tutto da ridefinire.