Gazzetta di Reggio

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«Internati da anni anche per reati minori»

«Internati da anni anche per reati minori»

Delegazione delle Camere Penali in visita all’Opg, sotto accusa il cronico sovraffollamento alla Pulce

18 aprile 2014
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«Un numero di detenuti che è il doppio del consentito – 199 rispetto ai 100 di capienza – e una carenza ormai cronica di personale di polizia penitenziaria di almeno un terzo».

Sono questi i numeri che i rappresentanti della Camera Penale e del suo Osservatorio Carceri hanno raccolto durante la visita di quattro ore fatta ieri all’istituto penitenziario della Pulce, accompagnati dal direttore. Per la prima hanno potuto visitare anche l’Opg, una delle sei strutture presenti in Italia. E sono soprattutto storie, esperienze, condizioni di vita e di lavoro di chi in via Settembrini è internato o ci lavora che la delegazione composta dal segretario nazionale Vinicio Nardo, il presidente reggiano Domenico Noris Bucchi, Carmela Parziale, Antonella Calcaterra e Anna Maria Alborghetti dell’Osservatorio carceri nazionale e Antonella Corrente si è portata a casa.

VISITA ALL’OPG. «Siamo in un momento importante durante il quale si va verso la regionalizzazione di queste strutture e verso la chiusura dell’Opg, che già in ritardo di un anno – fa notare la Calcaterra – Eppure, ancora sono molti gli internati a Reggio che arrivano da altre regioni, dal sud e dalla Sardegna». Oltre dunque i territori che dovrebbero fare naturale riferimento alla struttura di via Settembrini.

Più inquietante un altro aspetto. «Quello che riguarda i reati – prosegue Bucchi – Ci sono internati che ne hanno commessi di molto gravi, ma anche tanti che sono internati per reati di scarso allarme sociale. Gli operatori ci hanno riferito di un ragazzo da 11 anni all’Opg perché rubava biciclette. Un altro addirittura da 25 per reati come oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale». Per la delegazione delle Camere penali si tratta di un’anomalia grave e generale, che avviene all’interno degli Opg. «Al contrario – fa notare Bucchi – ci sono omicidi volontari che escono prima del termine per andare a finire di scontare la reclusione in comunità».

Paradossi che anche il complesso percorso avviato per arrivare alla chiusa degli Opg difficilmente riuscirà a risolvere.

IL CARCERE. Ed è buona, nonostante le croniche difficoltà del sistema carcerario italiano, la valutazione del carcere di Reggio che arriva dalla delegazione. «Il voto è almeno un 7 e mezzo – dichiara la Calcaterra – Il carcere di Reggio è una piccola struttura, ma dove abbiamo riscontrato grande disponbilità e dove anche i buoni rapporti con il Comune ha dato frutti, come la possibilità di fare lavori all’esterno. Dal settembre scorso, poi, sono già riusciti ad applicare la nuova disposizione che prevede celle aperte dalle 8 alle 20 in tutte le sezioni. Una novità importante che naturalmente deve essere gestita». E che a Reggio viene gestita nonostante la polizia penitenziaria da tempo lamenti le difficoltà dovute alla carenza di organico: mancano almeno una quarantina di agenti.

Anche sul fronte sovraffollamento la situazione è migliorata. «Un anno fa di questi tempi i detenuti erano circa trecento – sottolinea ancora la responsabile nazionale dell’Osservatorio Carceri delle Camere Penali – Oggi sono cento in meno».

Un passo avanti che, però non risolve la situazione. «Significa – evidenzia la Corrente – che in una cella singola oggi vivono due detenuti. Un anno fa erano anche tre o quattro». ©RIPRODUZIONE RISERVATA