Gazzetta di Reggio

Reggio

Salvatore Borsellino porta la sua battaglia in Sala Tricolore

Il fratello del magistrato ucciso nel 1992 sarà intervistato da Elia Minari e dai ragazzi della web-tv “Cortocircuito”

18 aprile 2014
2 MINUTI DI LETTURA





Giovedì nella Sala del Tricolore sarà ospite di un incontro aperto alla cittadinanza Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato ucciso il 19 luglio 1992 nella strage di via D'Amelio. Salvatore Borsellino è tra l'altro autore del libro autobiografico "Fino all'ultimo giorno della mia vita", dedicato al rapporto con Paolo e a due percorsi di vita diversi e paralleli, che dopo la morte del magistrato tornano a intrecciarsi strettamente.

L'iniziativa, promossa all'insegna di due diverse forme di resistenza, quella antimafia e quella antifascista, sarà coordinata da Elia Minari, che intervisterà Borsellino insieme a Francesca Montanari, Alice Portal, Andrea Franzoni e Riccardo Pelli, della redazione di Cortocircuito, web-tv e giornale studentesco indipendente di Reggio.

Parteciperà l'assessore comunale alla Cura della comunità Natalia Maramotti.

Salvatore Borsellino è leader del "Movimento delle Agende rosse", che fa riferimento al taccuino misteriosamente scomparso nel quale Paolo Borsellino scriveva appunti personali, ipotesi, dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Dalla morte del fratello, Salvatore Borsellino si è distinto per l'impegno nella ricerca della verità sui mandanti delle stragi di mafia del 1992.

Nel libro "Fino all'ultimo giorno della mia vita", Salvatore Borsellino racconta i ricordi di una vita al giornalista Benny Calasanzio, con il quale condivide il dolore di avere congiunti vittime di mafia. Una vita iniziata sotto le bombe, nella Palermo del 1942, poi sconvolta dall'autobomba che causò la strage di via D'Amelio. Il racconto ha inizio con l'infanzia felice trascorsa alla Kalsa, un quartiere di cui queste pagine restituiscono un affresco animato di colori, voci, abitudini oggi dimenticate. Prosegue con gli anni dell'università e il trasferimento nel Nord Italia, in "un altro Paese", lontano dalla famiglia e da quel fratello che già mostrava le sue doti eccezionali e la sua forte personalità. Mentre Paolo diventa un personaggio pubblico per il suo coraggioso impegno contro la mafia, Salvatore fa carriera come ingegnere elettronico. I due fratelli percorrono per decenni strade diverse, che torneranno a unirsi con il più tragico degli eventi, dopo il quale Salvatore si fa carico della memoria del fratello, che diffonde in ogni angolo d'Italia. Fino alla nascita, nel 2009, del Movimento delle Agende rosse.