Gazzetta di Reggio

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Stamina, il nuovo “cavallo” di Alessandri

di Evaristo Sparvieri
Stamina, il nuovo “cavallo” di Alessandri

L’ex leghista si presenta alle Europee con Davide Vannoni: «Io sono per la libertà di cura, su di lui le lobby farmaceutiche»

18 aprile 2014
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«Faremo battaglie di libertà. E la libertà di cura è una di queste». Aveva detto che avrebbe smesso con la politica. Invece ci prova ancora, questa volta al fianco di uno dei personaggi più controversi del momento, Davide Vannoni, inventore del discusso metodo Stamina, capolista alle prossime elezioni Europee per Io cambio, il nuovo partito creato un anno fa dall’ex leghista, ex deputato e ormai quasi ex consigliere comunale, Angelo Alessandri.

Alessandri, ma non aveva detto basta con la politica?

«Di fatto sì, avevo smesso. Ma la politica resta una grande passione e il mio progetto era di portare avanti un’idea: dare una mano ai giovani che fanno battaglie nei territori con Io Cambi. Ho avuto costanza di crederci e adesso questo progetto è realtà: siamo uno dei 10 soggetti politici presenti in tutte le circoscrizioni, con candidature piene di giovani».

Non proprio piene, visto che c’è anche il discusso Vannoni. Com’è che è finito con lei?

«Lui ha ricevuto tante offerte, dalla Lega a Fratelli d’Italia. Ha scelto la strada più difficile: un movimento che nasce oggi, senza certezze e garanzie. Lo ha fatto perché eravamo al suo fianco da mesi. L’ho conosciuto un anno fa. Ho un figlio di tre anni e mezzo e mi sono voluto porre il problema che nessuno si pone: se tocca a te? Ho voluto quindi approfondire. Non entro nella questione Stamina, non sono uno scienziato. Il mio problema riguarda la libertà di cura. Ho fatto una battaglia simile anni fa con Di Bella».

Su Stamina, però, ci sono indagini e commissioni parlamentari, per stabilire se si tratti di una cura pericolosa. Molti parlano anche di truffa. Non crede che la candidatura di Vannoni sia solo strumentale?

«È una cura compassionevole. Se viene detto che per tuo figlio non c’è nulla da fare, tra sei mesi muore... credo che sia una questione di cura compassionevole. Tra tutte le famiglie che ho incontrato, non solo ho conosciuto genitori che hanno il figlio ancora vivo. Ma anche alcuni che hanno avuti miglioramenti. Vannoni è stato fatto passare così, ma la libertà di cura è un principio di battaglia sacrosanto: deve essere garantita a tutti. Come avvenne con Di Bella, di fronte a questi attacchi viene da pensare male: quando vai contro certi poteri, ti bloccano come vogliono».

Ma di quali poteri parla?

«Le lobby farmaceutiche sono potenti. Ma io mi sento di appoggiare le famiglie che vogliono scegliere. Vannoni si candida perché vuole che la campagna elettorale diventi la sua battaglia: una battaglia di libertà per la quale ha voluto metterci la faccia, insieme agli altri 70 candidati, quasi tutti senza esperienze politiche. Siamo in tre ad avere avuto incarichi in passato. Siamo noi la vera novità delle elezioni».

Quindi dalle intenzione di ritiro ora punta addirittura a Strasburgo?

«Non ho chiesto io la mia candidatura. Me l’hanno chiesta i ragazzi. Io punto a far conoscere il simbolo. Non so se e quando farò campagna elettorale e non è un modo per rilanciarmi: era finito un ciclo e avevo deciso di scendere da quel carro. Non avevo stimoli. Quest’anno di battaglie, invece, mi ha ridato stimoli ed entusiamo. L’obiettivo? Non ci poniamo limiti, ma direi il 4%. Poi c’è un tale umore che magari si potrà arrivare anche al 10%».

@evarspar

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