Gazzetta di Reggio

Reggio

Cassa in deroga, a Reggio in tremila senza stipendio

di Massimo Sesena
Cassa in deroga, a Reggio in tremila senza stipendio

Cgil, Cisl e Uil ieri davanti alla prefettura per sollecitare il governo Renzi Sulle spine coop servizi, aziende artigiane ma anche Newlat e Acciaierie Rubiera

19 aprile 2014
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REGGIO. Sono quasi tremila persone, e dietro ciascuna di loro, altrettante famiglie. Sono i lavoratori che a Reggio fanno oggi i conti con il mancato rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. In particolare la cassa integrazione in deroga. Quella che spetta ai lavoratori di aziende con meno di quindici dipendenti (in pratica, tutto il comparto dell’artigianato, i servizi, le cooperative sociali, le coop di facchinaggio) e quella a cui approdano i lavoratori con più di quindici dipendenti una volta che hanno esaurito gli altri ammortizzatori sociali.

Ieri mattina, i sindacati hanno organizzato un presidio davanti alla prefettura, «per chiedere al Governo i decreti di copertura finanziaria per gli ammortizzatori in deroga, relativi agli ultimi 3 mesi del 2013 e per l'anno 2014. Senza questi decreti - spiegava ieri una nota dei sindacati - continuerà la pesantissima situazione di mancanza di reddito per gli oltre 2.600 lavoratori reggiani che oggi sono sospesi dal lavoro e utilizzano la cassa in deroga».

Tra questi lavoratori, ci sono i testimoni diretti di una crisi dalle conseguenze pesanti: dipendenti di aziende artigiane messe in crisi dalle procedure concordatarie avviate da aziende di cui essi erano fornitori, ma anche lavoratori di imprese medio grandi, come le Acciaierie di Rubiera o la Newlat di Reggio, le cui crisi escono anche dalle dinamiche tradizionali.

Al presidio - inserito in una più ampia mobilitazione che si è svolta contemporaneamente in diversi territori dell'Emilia Romagna - hanno partecipato lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione o mobilità in deroga; molti non percepiscono alcun reddito dall'ottobre del 2013. «L’ultima determina dell’Inps, ovvero l’ultimo mandato di pagamento - spiegava ieri Vanna Gelosini della Cgil, che assieme a Michele Del Fabbro della Cisl, e una rappresentanza di lavoratori Newlat e di aziende del commercio, a margine del presidio ha incontrato Adriana Cogode, vicario del prefetto - risale a febbraio di quest’anno ed è relativo alle mensilità di luglio, agosto e settembre 2013. Questo significa che da febbraio queste persone non vedono un soldo e sono in arretrato di sei mesi. Purtroppo i pagamenti procedono a rilento e le notizie che arrivano da Roma non sono buone, con il governo che da un lato è impegnato a reperire fondi e dall’altro mette in discussione gli ammortizzatori stessi».

«Il vice prefetto Cogode - dice sempre la nota dei sindacati - ha espresso disponibilità a trasmettere tutta la documentazione e a rappresentare la gravità della situazione e delle istanze dei lavoratori e dei loro rappresentanti al Governo».