«Viviamo come una sconfitta questo gesto disperato»
U. n dramma che ci colpisce da vicino. Siamo rimasti senza parole nel venire a conoscenza dell’omicidio suicidio avvenuto a Reggio Emilia. Un padre che di fronte all’ennesimo rifiuto di suo figlio di...
U. n dramma che ci colpisce da vicino. Siamo rimasti senza parole nel venire a conoscenza dell’omicidio suicidio avvenuto a Reggio Emilia. Un padre che di fronte all’ennesimo rifiuto di suo figlio di abbandonare la strada della tossicodipendenza, ha scelto di ucciderlo e di togliersi a sua volta la vita.
Un dramma che sentiamo anche nostro, avendo conosciuto sia il ragazzo, Andrea, sia suo padre. Il giovane era entrato nella nostra comunità circa un anno e mezzo fa, sostenuto dalla sua famiglia che dietro questa sua richiesta di aiuto gli era tornata vicino. Un percorso però portato avanti per poco più di 20 giorni, dopodiché né le nostre parole né quelle dei suoi genitori avevano potuto nulla contro la sua volontà di andarsene dietro il richiamo delle sostanze.
Giovedì il gesto disperato di suo padre, devastato dalla condizione del figlio e probabilmente stanco per le fatiche che la famiglia era costretta a sopportare. Un gesto che inevitabilmente viviamo come una sconfitta, una battaglia persa nella nostra guerra senza fine contro la tossicodipendenza. Una guerra che ci troviamo spesso a combattere con armi sin troppo spuntate, avendo l’impressione di andare controcorrente in una società che preferisce normalizzare l’uso delle droghe piuttosto che dare risposte costruttive ai giovani. Lo stesso Andrea era uno dei tanti ragazzi che iniziò con una canna, nella convinzione che quella trasgressione non nascondesse alcun pericolo. Ogni giorno ci troviamo ad affrontare situazioni limite come quella di Andrea, costretti a camminare sulla strettissima linea di confine fra chi sceglie di provare a tornare alla vita e chi si sente troppo debole per tentare di ritrovarsi. E’ per questo che proviamo a prenderli per mano, se non in braccio, sostenendoli e cercando di far capire loro che la vita è un dono, fatta sì di sacrifici e di impegno, ma anche di passioni e di bellezze da scoprire.
Un compito difficilissimo che però continueremo a portare sempre avanti, certi che i nostri giovani abbiano sempre più bisogno di esempi e modelli educativi, e di qualcuno che in base ai momenti della vita sappia dirgli un “no” o un “eccomi, sono qui”. Un impegno che porterà avanti anche l’Anglad di Modena, associazione a cui la famiglia di Andrea si era rivolta per chiedere aiuto e che continuerà a essere un riferimento per sua madre e per il territorio.
La comunità di San Patrignano