Il Comitato: «In questi anni, passi avanti»
Valentina Iannuccelli: «Hanno chiuso le sale slot e stanno riaprendo i negozi, buon segno»
REGGIO. Non si può dire che i reggiani che abitano nel quartiere di Ospizio amino stare con le mani in mano, sperando che qualcuno risolva i loro problemi. Forse perché sono persone intraprendenti che hanno a cuore il proprio quartiere, forse perché troppe volte l'amministrazione comunale ha deluso le loro aspettative.
L'Associazione di promozione sociale di Via Melato, per esempio, ha addirittura un sito web in cui i cittadini, non solo residenti, possono seguire in diretta tutte le iniziative e le azioni compiute dall'associazione per il territorio.
Valentina Iannuccelli, presidente dell'associazione, parla con entusiasmo delle battaglie vinte grazie all'impegno dei privati e dei cittadini…
«Finalmente molte problematiche del quartiere possono dirsi risolte - dice - Fino a qualche anno fa c'erano appartamenti adibiti alla prostituzione, abusi edilizi, garage abitati, zone di spaccio e consumo di droga. Oggi il quartiere è in netta ripresa: per esempio la Polveriera, riqualificata grazie alle nuove piste ciclopedonali e anche grazie ai mercatini dell'usato, è ora una zona pulita e sicura. Con la chiusura del Punto Snai, dove c'era stato addirittura un tentato omicidio, e di Las Vegas di via Melato abbiamo anche risolto il problema delle sale gioco che, si sa, attirano utenti che non rendono molto vivibili i quartieri. Ma il merito di questa ripresa è soprattutto dei privati che hanno avuto il coraggio di aprire qui negozi e attività commerciali».
Rimangono, però, problemi irrisolti…
«Tralasciando il discorso del ristorante cinese di viale Olimpia, che è stato persino raggiunto da un'interdittiva antimafia del prefetto, e che ci auguriamo rimanga chiuso per sempre, le problematiche principali del quartiere riguardano gli immobili, alcuni dei quali gestiti da Acer, dati in affitto a stranieri irrispettosi e il degrado del parco tra via Melato e via Olimpia. Purtroppo il quartiere è pieno di stranieri che non rispettano le norme comuni, creano degrado, generano dissapori tra i residenti e gli stessi condomini. Noi vorremmo tornare al quartiere di circa 15 anni fa».
E per quanto riguarda il parco?
«Le dico solo che l'abbiamo ribattezzato "Il parco della vergogna". Quello che un tempo era un'area verde sempre piena di bambini e famiglie, oggi è diventato un luogo di bivacco dove extracomunitari bevono, dormono, si lavano nelle fontane, appendono i loro vestiti ai giochi dei bambini, sporcano ovunque. Per sette anni abbiamo chiesto al Comune di intervenire e, nonostante il vivo interesse da parte dell'ex assessore Corradini, le risorse per la riqualificazione di quest'area non sono state trovate. Stanchi della situazione, e di dover sempre pagare di tasca nostra la pulizia dell'area, abbiamo appeso alla recinzione del parco il cartello "Parco della vergogna", le firme di 250 residenti e alcune foto, scattate giorno dopo giorno, che testimoniano il degrado dell'area. E devo dire che la situazione sembra essere migliorata. Tanto che abbiamo pensato di muoverci allo stesso modo per il problema della prostituzione, che dalla zona della stazione è arrivata fino alla via Emilia. Potremmo mettere un bel cartello in via Sani con scritto "La via del bordello, cinesi dalle ore x alle ore y"».
In vista delle elezioni di maggio, cosa chiedete allora alla nuova amministrazione?
«Senza dubbio che il "parco della vergogna" venga riqualificato. Sul nostro sito abbiamo anche fatto una simulazione di come l'area potrebbe essere trasformata sulla base del principio della sorveglianza spontanea, quindi con l'eliminazione di recinzioni, muretti e siepi e l'aumento dell'illuminazione. Il punto è che i quartieri vissuti si salvano, quelli abbandonati no. Ma per non essere abbandonati occorre che siano belli e vivibili». (m.r.)
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