Gazzetta di Reggio

Reggio

Kit anti-zanzara tigre È boom di richieste A ruba 5mila flaconi

Kit anti-zanzara tigre È boom di richieste A ruba 5mila flaconi

Esaurite in poche ore le confezioni di antilarvicida gratuite Erano messe a disposizione da Iren, Provincia e Ausl

20 aprile 2014
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Quest’anno la zanzara tigre potrebbe arrivare prima del consueto. Una motivazione in più che ha spinto migliaia di reggiani a dotarsi presto delle confezioni di trattamento antilarvicida, messe gratuitamente a disposizione da Iren, Provincia, Ausl, Farmacie e Protezione civile.

In poche ore sono andati praticamente esauriti i 5.500 flaconcini contenenti pastiglie che vanno collocate nei punti di acqua stagnante, dove questi fastidiosi insetti possono nascere e moltiplicarsi. Trentaquattro i Comuni che hanno ospitato la campagna preventiva e la risposta è stata decisamente massiccia: le compresse sono andate letteralmente a ruba.

I piccoli kit illustrativi sono stati messi in distribuzione, in città, sia nel Centro di raccolta di via dei Gonzaga che nella farmacia Centrale di piazza Prampolini, dove si sono addirittura formate code di persone. Ogni richiedente ha dovuto declinare le proprie generalità e l’indirizzo in cui abita, oltre a firmare per la ricevuta. L’iniziativa ha avuto il pregio di sensibilizzare molte famiglie alla lotta preventiva contro le malattie trasmesse dal fastidioso animaletto, come la Chikungunya e la Dengue. Le zanzare tigre vanno bloccate quando sono ancora solo larve. Il personale addetto alla consegna delle confezioni ha tenuto a precisare che le pastiglie vanno collocate nei depositi d’acqua stagnante più ampi come fontane, rigagnoli, vasche, dove i focolai larvali trovano facile ospitalità. Le pillole hanno la validità di una decine di giorni. Se non basteranno, se ne potranno acquistare altre a prezzi decisamente calmierati di circa quattro euro a confezione, per tenere costantemente attiva l’azione di tutela. L’efficacia del piano d’azione dipende in effetti dall’azione messa in atto dalle amministrazioni pubbliche ma deriva anche dalla collaborazione dei cittadini. Così com’è diventato abituale il gesto di accensione degli zampironi deve diventare normale l’impegno per ridurre la presenza di questa zanzara doppiamente fastidiosa. Il primo atto da compiere è quello di togliere l’acqua ferma dai sottovasi, dagli annaffiatoi, dalle pozze stagnanti di acqua piovana nei giardini e nei terrazzi delle abitazioni private. Nelle aree pubbliche come tombini stradali, centri sportivi, orti e centri sociali, cimiteri, centri per anziani, interviene Iren che utilizza anche dei microcrostacei che bloccano la riproduzione delle larve.

Luigi Vinceti