Gazzetta di Reggio

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Ritrova l’anello smarrito «Ci sono ancora gli onesti»

Ritrova l’anello smarrito «Ci sono ancora gli onesti»

Cavriago: Marcella Freddi ringrazia con una lettera e una foto Franco Cucchi che le ha restituito il gioiello perso nel sagrato: «E non ha voluto ricompense»

20 aprile 2014
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CAVRIAGO. «Le persone oneste esistono ancora e crederci fa stare bene». Così Marcella Freddi, in una lettera racconta la sua “avventura a lieto fine” grazie all’onestà di un cittadino. Tutto inizia come in una favola.

«Giovedì scorso ho perso un anello prezioso sul sagrato di Cavriago – racconta la donna nella lettera inviata alla Gazzetta – purtroppo me ne sono accorta solo dopo un paio d’ore e quando sono tornata l’anello non c’era più. Era un anello che aveva per me un forte valore affettivo. Non mi sono persa d’animo e ho affisso sulle panchine un messaggio per chi l’avesse trovato con il mio nome e il mio numero di telefono».

«Il giorno seguente – prosegue Marcella Freddi – ho sporto denuncia di smarrimento ai carabinieri e alla polizia municipale nella speranza che qualcuno lo trovasse e lo portasse lì. Ho avuto una educazione che mi ha insegnato a credere nel prossimo e io mi sarei comportata così; a Cavriago ci conosciamo ancora e ho girato nei negozi della piazza divulgando la notizia di smarrimento nella speranza che qualche brava persona stesse cercando chi aveva smarrito un oggetto così prezioso».

«Tutti si sono dimostrati disponibili e partecipi, ma era convinzione comune che ciò non sarebbe accaduto. Ma il giorno dopo la mia fiducia nel prossimo è stata premiata perché il signor Franco Cucchi, che l'aveva trovato passeggiando con il nipote sul sagrato, mi ha telefonato per la restituzione. Non ha voluto nulla neppure che gli offrissi un aperitivo – racconta Marcella – anzi mi ha detto in cavriaghese stretto che “non ci aveva dormito la notte” sapendo quanto doveva essere preoccupata la persona che l’aveva smarrito. Ha solo voluto fare una foto con me per ricordare il mio sorriso di felicità».

«E tutto si sarebbe concluso in questo modo. Non mi è sembrato giusto – conclude Marcella Freddi – e così ho fotografato anche io il signorFranco per potergli dire grazie con questa lettera e poter testimoniare anche ad altri che le persone oneste esistono ancora e forse non sono così poche».