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«Ecco il piano di rilancio per il convitto Corso»

«Ecco il piano di rilancio per il convitto Corso»

Correggio, chiusura scongiurata per l’anno in corso, ma il futuro non è assicurato Gli educatori propongono nuovi orari per le scuole, rette ridotte e rimodulate

22 aprile 2014
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CORREGGIO. L'incubo della chiusura del convitto “Rinaldo Corso”, almeno per l'anno in corso, è stato allontanato. Ma il futuro dell'istituzione scolastica – uno dei pochi convitti italiani rimasti e l'unico, assieme a quello di Parma, in Emilia Romagna – non è ancora stato del tutto chiarito. E mentre il tempo passa, per rilanciare la struttura gli educatori del convitto hanno abbozzato un piano di riqualificazione.

«Noi educatori crediamo che, per il rilancio e la qualificazione della semiconvittualità e per offrire nuovi progetti e contenuti formativi, si debba operare un cambiamento nell’offerta oraria scolastica di tutte le scuole annesse: elementari, medie e polo professionale».

Tra le proposte, anche la sperimentazione della chiusura dell’attività scolastica il sabato per incrementare attività e progetti integrativi alla normale programmazione scolastica.

«Tutto ciò potrebbe portare alcune famiglie a scegliere la modalità del semiconvitto, in quanto i ragazzi sarebbero in ogni caso presenti a scuola obbligatoriamente alcuni pomeriggi alla settimana. E per loro si potrebbe anche pensare alla realizzazione di attività specifiche». E per realizzare questo, secondo gli educatori sarebbe importante intensificare il dialogo con le amministrazioni locali per poter inserire l’offerta formativa del convitto in una rete di servizi educativi e sociali, magari includendo anche l’istituto nel piano delle scuola territoriali per l’anno scolastico 2015-16.

«La semiconvittualità e la convittualità – spiegano – devono essere integrati nei servizi educativi pianificati dagli enti locali, allo scopo di offrire un servizio socioeducativo aderente alle esigenze delle famiglie».

E meglio ancora sarebbe «attivare un canale privilegiato di ricerca di convittori attraverso gli enti locali con la stipula di una convenzione per il pagamento delle rette, ridotte e rimodulate in base all’offerta e alla richiesta didattica-educativa per ridurre gli ostacoli di natura economica e sociale».

Un progetto in grande, insomma, per rilanciare la struttura educativa penalizzata da diversi fattori, tra cui la cancellazione del semiconvitto obbligatorio, gli aumenti delle rette e la perdita, nel 2012, del consiglio di amministrazione. Proprio su questo punto, gli educatori vorrebbero una “riforma” «perché i problemi gestionali, identificabili essenzialmente con il dissesto finanziario del Rinaldo Corso, trovino una soluzione che non penalizzi, con aumenti, le famiglie che hanno sempre versato e ancora versano interamente la retta».

Silvia Parmeggiani

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