Gazzetta di Reggio

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Banconote false, altri negozi raggirati

Banconote false, altri negozi raggirati

Casina: i carabinieri valutano se i casi sono riferibili alla coppia campana indagata che non parla in aula ma è già libera

23 aprile 2014
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CASINA. Sono diventati 5-6 i negozi “interessati” dalla vicenda delle banconote fasulle (sempre da 50 euro e con lo stesso numero di serie...) rifilate ad altrettanti commercianti ed ora i carabinieri – coordinati dal pm Piera Cristina Giannusa – sono impegnati a verificare se anche questi nuovi casi siano riferibili ai “raid” dei due campani arrestati venerdì.

Da parte loro i due indagati – la 23enne Mariarosa Scarpati e il 40enne Luciano De Martino – hanno alzato un muro di silenzio nell’udienza di convalida dell’arresto tenutasi in carcere a Reggio. Il giudice Giovanni Ghini ha convalidato i due arresti, accogliendo però la richiesta di scarcerazione avanzata dall’avvocato difensore Stefania Chiesi. Il pm Giannusa aveva, invece, chiesto l’obbligo di dimora (per la donna) e gli arresti domiciliari per il 40enne. E’ chiaro che ora su questa vicenda peseranno gli ulteriori accertamenti dell’Arma che potrebbero far lievitare gli episodi da contestare agli indagati.

Al momento l’accusa di concorso in spendita di banconote false si rifà a fatti circoscrivibili a venerdì scorso, quando – intorno alle 17.30 – ai carabinieri è arrivata la telefonata del titolare del Bar Centrale, che si è accorto della banconota falsa rifilatagli da una donna la quale poi si era allontanata a bordo di una Mercedes classe A, guidata dal complice. Nel frattempo si è scoperto che la stessa donna poche ore prima aveva speso una banconota falsa da 50 euro all'interno di un negozio di abbigliamento di Ramiseto. I due sono stati fermati nella frazione del Bocco e dopo le procedure di identificazione l'auto è stata oggetto di perquisizione. All'interno di un libro appoggiato sul cruscotto è stata rinvenuta un'altra banconota da 50 euro falsa che la donna aveva tentato di spendere all'interno del bar dal quale usciva. Una volta in caserma è stato accertato anche che avevano provato a spendere la stessa banconota in una tabaccheria di Casina. Tutti i commercianti vittime dei due malviventi compresi quelli "visitati" al mattino, hanno riconosciuto la donna, che operava entrando nei negozi acquistando beni di poco valore per poi pagare con 50 euro false ottenendo, dove riusciva nell'inganno, il resto in banconote "buone".(t.s.)