Gazzetta di Reggio

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Biotrituratore, comitato contro Manghi

Biotrituratore, comitato contro Manghi

Poviglio: sindaco invitato a chiarire su «abusi edilizi e disagio ambientale». Il gruppo ha sospetti su una centrale a San Sisto

23 aprile 2014
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POVIGLIO. Abusivismo, disagio ambientale e il sospetto che all’orizzonte vi possa essere la creazione di una grossa centrale di smaltimento.

Prosegue su queste delicate tematiche il braccio di ferro sul biotrituratore di San Sisto, macchinario che macina legnami e potature nell’area tra via Parma e via Argine Mola. Torna infatti all’attacco l’avvocato Fabio Dosi - firmatario dell’esposto e uno dei promotori del comitato Arcobaleno, sorto a difesa dei residenti della zona - che pone diversi interrogativi al sindaco Giammaria Manghi.

«Il sindaco – sostiene Dosi – afferma che l’area produttiva è a ridosso di quella industriale. In realtà è previsto che tra le due aree ci sia uno spazio a verde pubblico proprio per evitare che i residenti subiscano le conseguenze della vicina attività lavorativa. Buona parte di detto spazio è da anni pavimentata a cemento e utilizzata quale deposito dalla ditta. Il sindaco ne è a conoscenza. Come e quando pensa di riottenere tale area? L’area in questione, di proprietà della Agricola Tricolore sas – prosegue – è stata pavimentata a cemento già nell’agosto 2013 e questo senza alcuna autorizzazione. Abbiamo fatto presente la cosa al sindaco, dopodiché la ditta ha segnalato che avrebbe effettuato una pavimentazione “a sabbia, ghiaia e compattato”. «E’ vero che la ditta è stata multata per la pavimentazione abusiva e che questo è avvenuto solo dopo gli esposti dei cittadini? Lo sa il sindaco che il biotrituratore è su ruote e lavora quasi sempre al di fuori della schermatura della catasta di legno che l’Arpa aveva previsto proprio per mitigare l’impatto ambientale del macchinario?». E’ soprattutto sull’inquinamento che Dosi chiede lumi al primo cittadino. «A noi non interessa se Arpa e Ausl effettuano un sopralluogo. Il sindaco deve intervenire per evitare il disagio ambientale che rumori, fumi, polveri, esalazioni recano ai residenti. Noi non facciamo polemica con lei. Vogliamo che lei (o chiunque al suo posto) ci tuteli». E aggiunge: «Il suo compito non è girare le carte all’Arpa e mettere la testa sotto la sabbia, ma verificare sul territorio la realtà. Prendere atto che le lamentele dei residenti sono fondate. Le chiediamo di far sospendere le attività illecite e di garantire che le lavorazioni lecite avvengano al riparo di capannoni». Poi il passaggio più inquietante: «Non vorremmo che qualcuno pensi di creare nella zona un grosso deposito o stoccaggio intercomunale di materiali di biomassa con relativa centrale. Anche perché, per ammissione della stessa titolare della Agricola Tricolore, è anche la Sabar (di cui il Comune di Poviglio è parte) che fornisce il materiale (“utilizzato per fare energia nelle centrali a biomassa”) alla sua ditta e alla Padana Legnami. Già lo scorso anno quest’ultima comunicava al Comune l’installazione di un bruciatore a biomassa. Non vorremmo trovarci il fatto compiuto di una centrale vicinissima ad aree residenziali e agricole! Per cui chiediamo al sindaco una risposta non “politica” ma chiara».