Gazzetta di Reggio

Reggio

«I donatori di sangue sono raddoppiati negli ultimi 5 anni»

«I donatori di sangue sono raddoppiati negli ultimi 5 anni»

Perrini (Avis): «Decisiva la raccolta solo su prenotazione» In città sono oltre quattromila gli iscritti all’associazione

23 aprile 2014
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Se in alcune città d'Italia l'Avis, per bocca dei presidenti di Terni e Rovereto, ha lanciato un grido di allarme per il calo di donazioni di sangue, nella nostra città il trend è invece nettamente positivo. Secondo il presidente dell'Avis comunale di Reggio – Ottavio Perrini – negli ultimi cinque anni il numero dei donatori è aumentato di più della metà.

«Qui da noi, così come in tutta l'Emilia-Romagna, l'andamento è positivo e a Reggio, nello specifico, dai 2 mila donatori del 2009 siamo passati agli oltre 4 mila di oggi – afferma Perrini – un risultato che è reso possibile dalla sinergia che c'è tra Centro trasfusionale ospedaliero e Avis», i cui volontari fanno da cerniera tra donatori e Centro.

«In regione e a livello nazionale – prosegue Perrini – siamo all'avanguardia nella raccolta del sangue, che qui da noi avviene su prenotazione. La gestione del sangue è oggi diversa da un tempo: non c'è più un'offerta volontaria, ma sulla base del dato che ci viene trasmesso dal Centro trasfusionale, noi chiamiamo il donatore. Interpellando il donatore al bisogno, si evitano sprechi, dal momento che una sacca di sangue intero può durare al massimo un paio di settimane». Una strategia implementata dalla scorsa estate e che, in termini di donazioni effettuate, ha procurato a Reggio un risultato «identico a quello degli anni scorsi».

Dove la raccolta avviene secondo tre diverse tipologie di chiamata: quella generica di plasma, che più facilmente può essere conservato; quella di piastrine, che viene fatta in base alle esigenze del Centro trasfusionale; infine, quella di sangue intero, che può essere generica, oppure su chiamata, per necessità del Centro trasfusionale. La tendenza alla razionalizzazione, tuttavia, non è propria soltanto del nostro territorio, ma è un indirizzo a cui l'intera l'Avis nazionale si sta rivolgendo e a cui tutte le regioni si stanno adeguando o dovranno farlo. Di modo tale da evitare, appunto, che ci sia spreco di sangue, soprattutto in un periodo come questo, in cui – ammette Perrini – «il volontariato risente della crisi sociale ed economica».

Difficoltà dimostrate pure dagli appelli alla donazione lanciati, nei giorni passati, da Terni e da Rovereto, dove la raccolta di sangue avrebbe recentemente subito un calo. A tal proposito, Perrini ha affermato che, per quanto riguarda il dato generale su scala nazionale, «la donazione è comunque in crescita», seppure sia «vero che vi sono problematicità dovute anche alle criticità che attraversano la sanità».

A Reggio, in particolare, per far fronte alla crisi del volontariato e per accrescere ulteriormente il corpo dei donatori Avis, l'associazione si occupa anche di altre attività di corollario: da quelle sportive a quelle relative al finanziamento di borse di studio per studenti. «In questa maniera e grazie alla costruzione, entro 12 mesi, della Casa del dono, cioè della nuova sede di Avis e del Centro trasfusionale – conclude il presidente – cercheremo di spingere nuove persone a diventare donatrici».

Lucia Cuccurese

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