Gazzetta di Reggio

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La marcia della pace per far conoscere le guerre dimenticate

La marcia della pace per far conoscere le guerre dimenticate

Jean Bassmaji, medico di Luzzara, assieme a John Mpaliza guida l’iniziativa che terminerà venerdì all’Arena di Verona

23 aprile 2014
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LUZZARA. La Scuola di Pace di Reggio Emilia ha promosso il “Comitato provinciale per l’Arena di Pace e Disarmo” che, oltre a diffondere l’Appello sul territorio reggiano, ha organizzato una marcia di otto giorni da Reggio all’Arena di Verona. Due marciatori, Jean Bassmaij, medico di medicina generale di origine siriana, oggi in pensione dopo anni di servizio a Villarotta e Casoni di Luzzara, che vuole «riportare» all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica uno tra i più sanguinosi ed efferati conflitti civili dimenticato dall’Europa, quello della cruenta guerra civile in Siria, e il congolese John Mpaliza, da 19 anni in Italia, che vuole denunciare le violenze cui è sottoposta la Repubblica Democratica del Congo da parte di paesi vicini, in particolare il Ruanda, da oltre un ventennio. Una marcia di 8 giorni per percorrere i 118 km che separano il capoluogo reggiano con quello veronese passando da Bagnolo in Piano, Novellara, Villarotta di Luzzara e attraversando una parte del territorio mantovano come nel caso di Pegognaga, San Benedetto Po, Roncoferraro, Castel d’Ario, fino a raggiungere i centri veronesi di Isola della Scala e Buttapietra.

Venerdì 25, ultima tappa: i marciatori partiranno alla volta della città scaligera, per unirsi agli altri reggiani e partecipare alla giornata di Resistenza e Liberazione, al grido di “La Liberazione oggi si chiama disarmo, la Resistenza oggi si chiama nonviolenza».

Il rendez vous avrà luogo all’Arena di Verona dove si riuniranno, infatti, tutti i movimenti per la pace, il disarmo, la nonviolenza, la solidarietà ed il volontariato.

Sarà una giornata di impegno e di festa, con tante testimonianze di pace e grande musica: l’inizio di un percorso comune, con il lancio della “Campagna per il disarmo e la difesa civile”. L’Arena è stata promossa da un appello che ha raccolto migliaia di firme e adesioni, di singoli e organizzazioni, anche da Reggio.

Nell’appello si legge: «Gli armamenti sono distruttivi quando vengono utilizzati e anche quando sono prodotti, venduti, comprati e accumulati, perché sottraggono enormi risorse al futuro dell’umanità, alla realizzazione dei diritti sociali e civili, garanzia di vera sicurezza per tutti; e inoltre generano fame, impoverimento, miseria, insicurezza perché sempre alla ricerca di nuovi teatri e pretesti di guerra; impediscono la realizzazione di forme civili e nonviolente di prevenzione e gestione dei conflitti che salverebbero vite umane e risorse economiche».

Per questo è stata organizzata questa iniziativa nazionale: l’Arena di Pace e Disarmo. A coloro che partecipano è chiesto di assumersi la responsabilità personale di essere parte del “cambiamento", con l'obiettivo di «scrollarsi dalle spalle illusioni e paure per disarmarci e disarmare l’economia, la politica, l'esercito».

LA CRISI SIRIANA. La guerra civile in Siria è iniziata nel febbraio 2011 ed è tuttora in corso e ha già provocato centinaia di migliaia di vittime tra cui donne e bambini. A inizio marzo 2014 c’è stata una generale avanzata dell’esercito siriano su molti fronti. L'area di maggiore attività è sicuramente la strategica regione del Qalamun, dove l’esercito regolare siriano, con la collaborazione sempre più importante della milizia Hezbollah, è riuscita a conquistare la roccaforte ribelle di Yabrud, tagliando definitivamente le linee di approvvigionamento dei ribelli dal Libano e facendo collassare le loro linee difensive. La perdita del Qalamun è un duro colpo per l’opposizione siriana: blocca la principale linea di rifornimento per il fronte di Damasco e crea nuove spaccature tra le milizie ribelli, che si scambiano accuse sulle responsabilità della sconfitta. Il flusso dei ribelli sconfitti oltre confine determina un aumento della tensione in Libano In risposta alle avanzate governative, i ribelli organizzano due offensive. A sud della Siria, il 19 marzo, i ribelli riescono a controllare la prigione centrale di Gharaz, nelle vicinanze di Daraa e a liberare circa 300 detenuti. Il 21 marzo i ribelli lanciano un’offensiva nel nord del governatorato di Latakia denominata “Operazione Al-Anfal” con l’obiettivo di controllare il valico di frontiera di Kesab. L’operazione che ha interessato un’area fortemente filogovernativa in quanto a maggioranza alawita.

L’ENNESIMO CONFLITTO. Nella Repubblica Democratica del Congo l’ultima guerra in ordine di tempo è stato il conflitto che ha opposto i ribelli dell’M23 e l’esercito regolare congolese, sostenuto dai Caschi blu, dal 2012 al 2013 nei pressi di Goma, in Nord Kivu.

Nel 2013, ad Addis Abeba, undici paesi, fra cui Ruanda e Uganda, hanno firmato un accordo per la non-ingerenza e il sostegno degli sforzi di pacificazione nel Nord e nel Sud Kivu.Tuttavia l’accordo rimane in attesa di essere davvero messo in pratica mentre nel paese continuano gli attacchi alle popolazioni inermi.

Mauro Pinotti