Gazzetta di Reggio

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«Si vuole distruggere il mio paese»

Il dottor Bassmaji: «Siria attaccata da quando hanno scoperto giacimenti di gas»

23 aprile 2014
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LUZZARA. La marcia della Scuola di Pace di Reggio Emilia, ieri ha fatto tappa ancora in una città del mantovano: Castel d’Ario, paese natale di Tazio Nuvolari (Nivola) o il “Mantovano volante” ma è noto anche per il suo risotto alla pilota. Ma il dottor Jean Bassmaji, di origine siriana, medico di base a Luzzara, e il congolese John Mpaliza, non hanno avuto il tempo per una visita turistica. L’obiettivo della loro iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo in Siria e nella Repubblica Democratica del Congo devastate da guerre civili.

«Io non sto col presidente Assad, sto con la Siria – dice il dottor Bassmalj – C’è un silenzio totale nei confronti dei 200mila morti, dei 9 milioni di profughi siriani. Il 70% delle case della città di Aleppo e dei centri situati sulla costa, è distrutto. In Svezia si sono rifugiati 300mila profughi. In Italia non sono stati accolti da nessuno. Ho provato a far venire in Italia mia sorella e mio nipote. Non c’è stato verso. Neppure tramite l’aiuto di un noto avvocato. E il silenzio è ancora più assordante nei confronti dei 50mila terroristi ceceni fatti entrare dalla Turchia che stanno perpetrando il secondo genocidio del popolo Armeno dopo quello del 24 aprile 1915. Il gas nervino non è stato usato dall'esercito siriano. Ci sono le prove scoperte dagli inglesi: il gas nervino è di provenienza libica. Era stato sequestrato dagli americani dopo l’uccisione di Gheddafi ed è stato consegnato ai turchi che ora lo stanno usando per sterminare gli armeni. Da quando, nel 2010, sulle coste siriane, è stato scoperto il più grande giacimento di gas, la Siria non ha più avuto pace e per proteggersi ha dovuto allerasi con l’Iran. E ora vogliono distruggere il mio paese per indebolire l’Iran. Israele, attaccando il Libano, voleva sedersi al banchetto. Ditele queste cose, divulgatele. Non ci saranno sui libri di storia».

In vista dell’ingresso della Turchia nell’Unione Europea il negazionismo del governo turco ha creato difficoltà al negoziato. La Turchia continua tuttora a negare il genocidio ai danni degli armeni. La Francia considera invece reato negarlo. Il Parlamento italiano si occupò del problema nel 1998 con una mozione presentata da Giancarlo Pagliarini per il riconoscimento dell’Olocausto armeno, firmata da 165 parlamentari di diversi partiti. Il 17 novembre del 2000 la Camera dei deputati italiana, sulla scia del Parlamento europeo e dello Stato Vaticano, ha votato una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e invita la Turchia a fare i conti con la propria storia. (m.p.)