Gazzetta di Reggio

Reggio

«Per il Park Vittoria saranno abbattuti i cedri della nostra storia»

di Elisa Pederzoli
«Per il Park Vittoria saranno abbattuti i cedri della nostra storia»

Le transenne del cantiere si sono già alzate e ora si possono contare gli alberi da "sacrificare" 

23 aprile 2014
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REGGIO EMILIA

«E’ un’altra parte della città che scompare. Un pezzo di storia di Reggio che decidiamo di sacrificare». Il professor Ugo Pellini – docente di Scienze naturali, membro della Consulta del verde e a suo tempo presidente del comitato che si batteva per la salvezza della vecchia fontana davanti al Valli – commenta così il prossimo abbattimento degli alberi di piazza Martiri del 7 luglio e del parco del Popolo: quelli che, loro malgrado, si trovano entro il perimetro di realizzazione del contestatissimo Park Vittoria.

Proprio in questi giorni, nel cuore della città gli operai stanno costruendo un alto e tra poco impenetrabile muro di compensato e transenne, che dovrà delimitare il cantiere per i prossimi anni. E cosa dovrà essere sacrificato in nome di un’opera che il Comune ha ritenuto necessaria e irrimandabile, nonostante l’avvio dei lavori cada in pienissima campagna elettorale, è sempre più evidente. A partire dagli alberi, appunto.

I CEDRI. Per i tre cedri al centro della piazza il destino è segnato. Eppure, per Reggio dovrebbero valere più di un monumento. «Originariamente erano dodici. E vennero piantati negli anni Trenta» spiega il docente.

Vuol dire che c’erano durante il secondo conflitto mondiale. «In biblioteca c’è una fotografia del 1941 in cui si vedono – assicura Pellini – così come lo testimoniano le fotografie scattate il giorno della Liberazione, il 25 aprile del 1945». In cui a fare da sfondo alla sfilata di camion militari, ci sono ancora i cedri del Libano. Altri documenti fotografici li immortalano durante le tensioni di piazza di quel tragico 7 luglio 1960: quando cinque operai reggiani vennero uccisi dalle forze dell’ordine, durante una manifestazione sindacale.

I PLATANI. E sono condannati anche cinque platani che si trovano dove chi ha pensato il Park Vittoria ha disegnato la rampa di discesa. «Sono cinque e danno su via Allegri. Due, che erano davanti all’Università, sono stati abbattuti durante i primissimi lavori, mesi fa – spiega Pellini – Il Comune ha detto che sono malati. Guarda caso, proprio quelli...».

LE SOFORE DEL GIAPPONE. Pare non rischino l’abbattimento le bellissime Sofore del Giappone che si trovano proprio alle spalle del chiosco. «Che sono ancora più antiche dei cedri, poichè risalgono ai primi del Novecento – evidenzia il docente di Scienze naturali – Ma non si può escludere che i lavori per il cantiere, l’installazione di tiranti e lo scavo non rischino di danneggiarli. In ogni caso, lo si scoprirà tra qualche anno se le colate di cemento e questi interventi faranno loro del male».

Il parco del Popolo, a cui questi alberi appartengono, divenne tale nel lontano 1885. Un tempo era un ippodromo: dall’alto si riesce ancora a scorgere il disegno della pista. «Mi rendo conto che tutto questo possa apparire come sentimentalismo, ma questi alberi sono un ultimo baluardo – evidenzia Pellini – di Reggio. E della sua storia».