Gazzetta di Reggio

Reggio

0522, online la sua operazione trasparenza

0522, online la sua operazione trasparenza

Nuovo attacco a Iori. E il presidente della Papa Giovanni mette sul sito i conti suoi e dell’associazione

24 aprile 2014
4 MINUTI DI LETTURA





«Ma quanti conflitti di interesse avete? Vaccari che prende 1,6 milioni di soldi dal Comune come architetto, e lei che ne prende molti di più per la sua associazione. La vera sinistra italiana non è mai entrata in questi conflitti e forse per questo è emarginata dagli altri partiti. Dice di volere dei contributi tramite il blog? Bene! Ecco il mio: mi vuole dire quanti milioni prende dal Comune di Reggio e dove vanno a finire? Sono convinto che questo mio pensiero non sarà pubblicato sul vostro ridicolo sito ma voglio comunque dire che Matteo Iori non si sarebbe mai dovuto candidare, così come non dovrebbe farlo chi lavora nel sociale». Si è firmato Nico. E ha pubblicato il suo attacco direttamente sul sito www.zerocinqueduedue.it.

IL CAPOLISTA NEL MIRINO. Sotto accusa, Matteo Iori, capolista di 0522 e presidente dell’associazione Papa Giovanni XXIII, già in passato preso di mira per la sua decisione di scendere in campo a sostegno del candidato del centrosinistra, Luca Vecchi. Prima di questa lettera, erano stati alcuni candidati, avversari per la corsa alla sala Tricolore, a puntare il dito sulla presunta inopportunità della candidatura di Iori. E, sul suo sito, ieri il presidente della Papa Giovanni XXIII si è difeso per l’ennesima volta, mettendo in atto una vera operazione trasparenza. «Prima di venire al mio caso – scrive Iori – mi permetto di rispondere anche su Vaccari e l’appalto che ha vinto col Comune. A mio avviso non esiste nessun conflitto di interessi: ha fatto un lavoro come professionista, hanno chiesto a lui di farlo perché evidentemente è bravo e giustamente l’hanno pagato. Avrebbe dovuto farlo gratis prevedendo una sua possibile candidatura? Ovviamente no. Non lo conosco personalmente ma mi dicono che sia anche una brava persona quindi eviterei di arrampicarmi su polemiche sterili e inutili».

IL NO PROFIT. Ma è sull’attività della Papa Giovanni che Iori vuole mettere i puntini sulle “i”, «una Onlus - aggiunge - ovvero una Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale, senza finalità lucrative significa che il fine della nostra organizzazione non sono il lucro e il profitto, ma l’essere utili alla società». Quanto alle convenzioni che la Papa Giovanni ha con il Comune, oltre a spiegare diffusamente quali sono i campi di intervento dell’associazione, sul suo sito Iori mette nero su bianco tutti i conti, tra entrate e uscite: «Il nostro fatturato del 2013 è stato di 3,5 milioni di euro, rispetto alle uscite una minima parte è legata ai fornitori, mentre la parte principale è legata al personale (il 72,4% delle spese è per gli stipendi degli oltre cento operatori assunti); per quanto riguarda le entrate la maggior parte proviene dalle Ausl italiane, una parte viene dal Ministero dell’Interno, una parte dalla Regione e un’ultima parte dai Comuni. Abbiamo progetti coi Comuni della bassa, con quelli della montagna, ma visto che il suo interesse è per il Comune di Reggio mi soffermo su quest’ultimo».

I FONDI E GLI STIPENDI. Secondo quanto riferisce Iori, «nel 2013 abbiamo fatturato al Comune di Reggio 654 mila euro, pari al 18% del nostro fatturato totale, per servizi richiesti dal Comune stesso che riguardavano varie tematiche». E qui l’elenco è lungo, dall’accoglienza protetta per mamme e bambini ai progetti di riduzione del disordine urbano, fino agli appartamenti protetti per marginali, al centro di accoglienza notturno per senza fissa dimora, ai progetti scolastici per la promozione della cultura della legalità. «Ovviamente tutti questi progetti sono stati fatti con nostri operatori esperti, qualificati e puntualmente pagati - spiega Iori – Rispetto agli stipendi della Papa Giovanni credo sia giusto dire che, come riportato sul nostro sito, a prescindere dai ruoli, dagli incarichi e dall’anzianità di servizio, nessun tempo pieno ha uno stipendio inferiore a mille euro e nessuno arriva a prenderne duemila, non sempre nelle realtà Onlus ci sono queste proporzioni, e quasi sempre in aziende profit con oltre cento dipendenti le proporzioni sono ben altre, ma questa è una scelta che ci ha sempre caratterizzato e a cui teniamo particolarmente. I 654mila euro che abbiamo fatturato nel 2013 non sono una cifra piccola, nonostante rappresentino solo una parte dei 52 milioni di euro che il Comune ha messo a bilancio fra spese per le politiche sociali, educative, culturali e sportive e ben sapendo che se gli stessi nostri servizi fossero dati da personale comunale alla nostra città costerebbero molto di più».

“ECCO COME VIVO”. Per Iori, «chi sceglie questo lavoro non lo fa per denaro, gli stipendi farebbero cambiare idea a eventuali dipendenti con mire di ricchezza, e neppure io faccio una vita da nababbo: ho un sesto di casa ereditato dopo la morte di mio padre, ho un appartamento cointestato con mia moglie per il quale pago un mutuo, ho una multipla a metano di 10 anni fa comprata a rate. Nonostante questo in realtà mi sento ricco per due motivi: perché so che tante persone guadagnano meno di me e perché ho un lavoro che mi piace molto e sarei disposto a farlo anche per uno stipendio più basso. Lei mi dice che chi lavora nel sociale non dovrebbe candidarsi. Io penso esattamente l'opposto: vorrei proprio che la maggior parte dei consiglieri comunali avesse esperienza di lavoro nel sociale. Sono convito che si sarebbe in grado di dare maggiore importanza alle cose davvero rilevanti per la città e per i cittadini».