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Boom di donatori E il sangue va in aiuto delle regioni carenti

Boom di donatori E il sangue va in aiuto delle regioni carenti

Nella nostra provincia un aumento del 10% in un solo anno Baricchi (Santa Maria): «Le nostre sacche fino in Sardegna»

24 aprile 2014
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L'eccellenza non è solo a livello comunale. Anche nell’insieme della provincia i donatori di sangue sono sensibilmente aumentati: più 10% nell’anno appena trascorso. Peraltro il numero delle donazioni viene programmato sulla base delle effettive necessità. Quindi se ne registra un incremento solo per quanto riguarda le piastrine (più 30%) e il plasma (8%), mentre se ne riscontra una diminuzione per i globuli rossi.

In ogni caso è assicurata la piena autosufficienza, con un surplus che consente di cedere quasi il 10% della raccolta alle zone d’Italia che ne hanno carenza. Le cifre, relative al 2013, sono fornite dalla Struttura complessa di medicina trasfusionale del Santa Maria Nuova. Nell’intera provincia si contano 17.989 donatori, circa il 3,5% della popolazione, rispetto a una media nazionale del 2,9%. In città, benchè il numero sia raddoppiato negli ultimi cinque anni, si arriva appena a quattromila (2%), ma vi si raccoglie la totalità delle piastrine e la metà del plasma. Il totale provinciale dei donatori comprende un numero rilevante (1.986) di nuovi adepti, che hanno fatto la loro prima donazione. Ancora più numerosi (2.951) gli aspiranti donatori, che vengono sottoposti ad esami per verificarne l’idoneità. Sono molte, infatti, le condizioni cliniche che la escludono, dalla presenza dei virus Hiv o dell’epatite all’avere fatto un viaggio in paesi afflitti dalla malaria, fino all’essere sottopeso.

Basti dire che nel 2012 sono stati individuati 604 aspiranti temporaneamente o permanentemente non idonei. Per quanto diminuite, le donazioni di globuli rossi (cioè di sangue intero) sono ancora tante: 22.756. «La raccolta - spiega Roberto Baricchi, direttore della Struttura di medicina trasfusionale - viene graduata proporzionalmente al soddisfacimento del fabbisogno dei pazienti. Ciò consente di evitare gli sprechi, dal momento che una sacca di sangue si conserva per soli 42 giorni, e di concentrarci sui gruppi sanguigni che più spesso scarseggiano, come lo 0 meno e l’A meno. I donatori vengono preventivamente contattati. Se riscontriamo carenze, ci attiviamo per chiamate straordinarie».

Ciononostante, permane un eccesso di raccolta: «Ogni settimana – aggiunge dottor Baricchi – inviamo trenta unità di globuli rossi al centro regionale di Bologna, che a sua volta le spedisce in Toscana o in Sardegna». Nell’insieme della provincia, inoltre, si raccolgono 7.367 unità di plasma, di cui 3.774 di plasma fresco congelato prelevate al Santa Maria, e 718 di piastrine. Si rileva poi un aumento del 40% nel recupero interoperatorio del sangue che viene reinfuso negli stessi pazienti dopo un intervento chirurgico complesso. Se ne contano 45 casi. «Il progresso della medicina – conclude Baricchi – permette anche di ridurre le trasfusioni, che sono calate del 6% in ciascuno degli ultimi due anni e del 3 o 4% nei primi mesi del 2014».

Luciano Salsi