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Ecco i Leoni, ma è polemica sul simbolo

Ecco i Leoni, ma è polemica sul simbolo

Presentata ieri la civica a sostegno di Vecchi. E scoppia la querelle sull’uso politico del logo dell’associazione

24 aprile 2014
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Si sono appena presentati. E sono già nel pieno della polemica, per un simbolo che secondo alcuni membri sarebbe stato “usurpato” dall’associazione. I Leoni di Reggio, la lista nata dai Leoni di San Prospero, sono scesi ieri ufficialmente in campo a sostegno del candidato del centrosinistra, Luca Vecchi: 27 nomi, capitanati dal presidente di Legambiente, Massimo Becchi, per una lista che ha nel proprio simbolo un leone stilizzato, con la scritta Leoni di Reggio. Un’immagine in tutto simile a quella dell’associazione, che tra attivisti e simpatizzanti durante questa campagna elettorale ha fornito candidati anche alle liste di Donatella Prampolini, a Reggio Democratica e a Grande Reggio. Ed è proprio da parte di alcuni di questi candidati che è partita ieri la polemica. «La lista Leoni di Reggio raccoglie tutti coloro che intendono sostenere la candidatura di Luca Vecchi e, con soddisfazione, sottolineiamo che la reggianità è stata posta al primo punto nel suo manifesto elettorale – spiega il capolista, Massimo Becchi, presentando un programma composto da sei punti, definiti come sei ruggiti – I nostri simpatizzanti sono principalmente elettori di sinistra e del Pd che vogliono più sicurezza e rispetto delle regole». Tra i punti del programma, anche la trasparenza ed il taglio dei costi della politica. «Abbiamo pubblicato sulla nostra pagina Facebook, che conta più di settemila fans, il dettaglio delle spese della nostra campagna elettorale – aggiunge Becchi – che sarà all’insegna della sobrietà visto che prevediamo di non superare i duemila euro di spese». Ma è proprio sulla commistione tra l’attività dell’associazione e quella della lista che si è concentrato ieri Marcello Nizzoli, “leone” in lista con la Prampolini: «Non sono Leoni di San Prospero, ma Leoni di Reggio - attacca - e usano il nostro simbolo nato per un’associazione che era apolitica e schierarsi con un’amministrazione che in 70 anni ha demolito la città». Nizzoli ha intenzione di portare la questione al comitato promotore dei soci fondatori dell’associazione. Ma l’uso del simbolo per la lista avrebbe comunque già avuto l’avallo del suo legittimo proprietario, un privato che lo ha depositato alla camera di commercio.

@evarspar

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