Gazzetta di Reggio

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«Ho paura di trovarmi davanti quell’uomo»

«Ho paura di trovarmi davanti quell’uomo»

La reggiana 32enne si sfoga dopo la sentenza: «Chiederò che si ripristini il divieto d’avvicinamento»

24 aprile 2014
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SAN POLO. Il suo ex marito è stato condannato per maltrattamenti ma non andrà in carcere e non ha più il divieto di avvicinarsi a lei...

«Beh, non avendo lui precedenti penali – spiega con calma al l’ex moglie 32enne fuori dal tribunale, con a fianco un’amica e il legale – mi posso comunque ritenere soddisfatta. Spero che stia lontano da me e dalla mia bambina, ma questo aspetto mi preoccupa, ho paura: non lavora, ha molto tempo a disposizione, so che elemento è... Tramite il mio legale farò una nuova richiesta al gip affinché ripristini la misura restrittiva».

Prima di sposarlo aveva avuto sospetti?

«Macchè, da fidanzato era un angelo, premuroso, avvolgente, poi dopo le nozze si è rivelato per quello che è veramente: un lupo travestito da agnello. Mi ha detto che gli sono solo servita per ottenere la cittadinanza italiana».

Lei è italiana, lui marocchino: troppe differenze religiose e culturali?

«Troppe. Il suo è stato un plagio, una quotidiana opera di convincimento. Ha cominciato col dirmi che le donne italiane sono sporche, vanno purificate e cambiando religione, cioè abbracciando quella musulmana, con le preghiere avrei evitato l’inferno che mi stava attendendo. Poi mi ha fatto cambiare lavoro: facevo l’estetista, per lui ero troppo a contatto di uomini e corpi... Mi sono allora trovato un lavoro in un supermercato, ma non è bastato. Ha in pratica chiuso la mia cerchia di amicize maschili, ma anche su quelle femminili aveva da ridire. Ci ha provato a farmi mettere il velo, a farmi cambiare il taglio di capelli e l’abbigliamento. Ero diventata trascurata. Per non parlare di quando sono andata in Marocco: ho indossato la tunica perché non dovevo far intuire le forme, non potevo sedermi con le gambe incrociate...».

Lei ha detto, in aula, che la picchiava: frustate, cinghiate, schiaffi , una teglia calda in faccia. Perché tutta questa violenza?

«Oltre ai motivi religiosi, non voleva sentir parlare della mia famiglia, anche se era lontana e io soffrivo per la mancanza dei miei genitori. Pensi, ha alzato le mani contro di me anche quand’ero in gravidanza. Ma sa qual’è il suo vero grande problema? Il videopoker. Dopo che aveva perso alle macchinette 300 euro, una notte, per non prenderle, gli diedi anche i 700 euro che avevo in casa. Anche quelli andarono in fumo».

E adesso?

«Ho 32 anni, voglio voltar pagina e rifarmi una vita».(t.s.)