Gazzetta di Reggio

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«Per colpa dell’amianto si continua a morire»

di Elisa Pederzoli
«Per colpa dell’amianto si continua a morire»

Cgil Cisl e Uil in piazza il 28 aprile per chiedere bonifiche e interventi Mattioli: «In Emilia Romagna solo nel 2013 si sono registrate 152 vittime»

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BOLOGNA. «L’amianto non è solo una questione degli addetti ai lavori o di chi sta morendo. Nella nostra regione, continuiamo a respirare amianto da quanto nasciamo e per tutta la vita. E’ da vent’anni che è al bando, ma sulla bonifica siamo ancora troppo indietro».

Con questo parole Antonio Mattioli, della segreteria regionale della Cgil, spiega la decisione dei tre sindacati – Cgil, Cisl e Uil – di dedicare la Giornata mondiale per le vittime del lavoro al tema dell’amianto. In programma, lunedì 28 aprile, c’è una manifestazione che si terrà a Bologna a partire dalle 14.30 da piazza Nettuno.

«Ci sono tante ragioni per le quali si muore sul lavoro – evidenzia il sindacalista – ma l’amianto resta un problema prioritario: nel 2013, i morti di amianto nella nostra regione sono stati 152. E anche adesso ci sono persone malate e che stanno morendo».

Per questo, quello che i sindacati chiedono a gran voce è: una regione senza amianto. «Il 28 chiederemo un incontro simbolico con il prefetto di Bologna – spiega – affinché si faccia portavoce con il governo. Mentre chiediamo alla Regione di accelerare l’attivazione di un tavolo permanente, che coinvolga Comuni e imprese, per il monitoraggio sulla presenza dell’amianto e finalmente la sua bonifica».

I sindacati chiedono che anche il Piano Nazionale Amianto venga finalmente sbloccato e diventi operativo. Così come propongono la diffusione di ambulatori sanitari amianto in tutti i capoluoghi, la tutela della salute dei lavoratori addetti alle bonifiche, la tutela del danno biologico e previdenziale dei lavorato ex esposti.

Si tratta di questioni che, come è noto, coinvolgono direttamente la provincia di Reggio: c’è anche Rubiera – e la Cgil si è costituita parte civile – nel processo Eternit, finito in Appello con la pronuncia dei giudizi di Torino di condanna nei confronti del magnate svizzero Stephan Schmidhein .

«Ma è un problema diffusissimo – sottolinea Rudi Zaniboni della Fillea-Cgil di Reggio – Perchè non ci sono solo i casi eclatanti come Eternit. L’amianto, in quegli anni, lo lavoravano anche tanti piccoli artigiani. La diffusione era enorme. E tanto resta da fare sul fronte delle bonifiche. Per farlo, le strutture che sono pubbliche dovrebbero mettere nei bilanci preventivi i fondi per le operazioni di rimozione e smaltimento. Allo stesso modo, bisognerebbe studiare incentivi e agevolazioni per i privati affinché lo facciano. Con diverse aziende, in fase di contrattazione, siamo riusciti a ottenerlo. Ma servono soldi, progetti e incentivi perchè c’è ancora tanto da fare».

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