Gazzetta di Reggio

Reggio

Sempre insieme nella disperazione

Sempre insieme nella disperazione

Il tragico fatto di sangue all’ospedale di Scandiano, al culmine dello sconforto

24 aprile 2014
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RUBIERA. Amici e parenti, tutta la comunità parrocchiana di San Faustino e qualche amico di famiglia di Rubiera. In tanti si sono avvicinati ai familiari nel corso dei funerali di Andrea ed Enrico Degani. Al rito funebre, celebratosi ieri pomeriggio nella chiesa di San Faustino - dove la famiglia Degani viveva ormai da diverso tempo – si sono infatti presentati anche il sindaco di Rubiera, Lorena Baccarani e l’ex sindaco Anna Pozzi, entrambe intervenute per portare le loro condoglianze alla famiglia, a Clara Tirelli e al figlio Stefano.

Il rito funebre ha unito ancora una volta padre e figlio, protagonisti del tragico epilogo avvenuto la scorsa settimana, nel giorno di Giovedì Santo, un gesto estremo nato in un contesto di grande disperazione, legato probabilmente da una parte alla malattia grave che aveva colpito il padre Enrico (aveva appena saputo di dover riprendere le cure chemioterapiche) e dall’altra alla difficile condizione di tossicodipendenza del giovane che, in varie occasioni, aveva cercato di “uscire dal tunnel” entrando in comunità di recupero, ultima delle quali quella di San Patrignano.

La tragedia è accaduta nel reparto di Medicina dell’ospedale Magati di Scandiano, dove il padre, Enrico, pensionato di 66 anni, ha puntato la pistola prima verso il figlio 35enne, che era ricoverato in ospedale per una crisi diabetica, e poi verso di sé. Andrea sarebbe stato presto dimesso dall'ospedale; doveva solo attendere che il padre, Enrico, lo venisse a prendere. Una volta a casa, poi, Andrea avrebbe iniziato un percorso assieme alla sua famiglia per provare, ancora una volta, ad uscire dal tunnel della droga. Le cose, però, sono andate diversamente. Ora, il loro viaggio continuerà, ancora una volta, assieme: papà e figlio, infatti, dopo la cerimonia a San Faustino, verranno cremati a Modena. (s.p.)