Gazzetta di Reggio

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Crescono i malati in ditta

Crescono i malati in ditta

L’allarme delle sigle dopo la riforma Fornero sulle pensioni

25 aprile 2014
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REGGIO. Serviranno almeno altri vent’anni per concludere la fase di transizione – segnata da instabilità e incertezze – che si è determinata con la riforma Monti-Fornero, i cui effetti, amplificati dalla crisi, si riversano su chi dovrà prolungare la permanenza al lavoro, sui giovani che non trovano impiego, sulle imprese che già oggi cominciano a scontare le conseguenze di addetti più anziani ed esposti a patologie legate alla permanenza al lavoro, ma anche al semplice invecchiamento anagrafico. E’ di questo che si è parlato nel convegno “Curare il lavoratore, guarire l’impresa” organizzato da Confcooperative, Cna e 3C Salute-Impresa Sociale, il poliambulatorio creato da un pool di cooperative sociale guidate dal Consorzio Oscar Romero insieme alle due associazioni imprenditoriali.

Proprio in tale sede, dopo gli interventi di Giuseppe Alai e Nunzio Dallari, presidenti di Confcooperative e Cna, Emmanuele Massagli, presidente di Adapt (l’Associazione per gli studi internazionali e Comparati sul diritto del lavoro e sulle relazioni industriali creata nel 2000 da Marco Biagi), ha parlato esplicitamente di imprese “spaventate” a fronte di problemi che solo parzialmente si racchiudono in cifre, seppure esplicite. «Oggi – ha detto Massagli – sta crescendo solo la fascia di lavoratori compresi tra i 50 e i 70 anni, e fra le tante conseguenze vi sono le assenze per malattie, minore produttività».