Gazzetta di Reggio

Reggio

La “casa della droga” è in via Bligny

di Tiziano Soresina
La “casa della droga” è in via Bligny

Terzo blitz della Municipale: arrestato un 26enne. I residenti, esasperati, offrono persino il caffè agli agenti appostati

25 aprile 2014
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REGGIO. I residenti di via Bligny, esasperati da quel continuo via vai di persone sospette, con le loro “segnalazioni” reclamano l’intervento del nucleo antidroga della Municipale.

E’ nato così l’ennesimo blitz in quella che ormai è conosciuta da tutti, in zona, come la casa della droga: un appartamento, a piano terra dello stabile al civico 56/1 in cui, nel giro di tre mesi, sono già state arrestate quattro persone, sempre per spaccio di stupefacenti.

Stavolta l’appoggio ed il trasporto di chi vive, in ansia, in via Bligny è stato tale che qualcuno è arrivato persino ad offrire un caffè agli agenti in borghese appostati per cercare di capire come muoversi.

E il momento giusto per entrare in azione, mercoledì, è arrivato poco dopo le 8 di mattina, quando la polizia municipale ha visto uscire dall’edificio una persona che ben conoscono: si tratta del marocchino 26enne Abdellatif Lehlaly (conosciuto nell’ambiente dello spaccio con il soprannome “il pakistano”), bloccato sempre in via Bligny proprio dai vigili lo scorso 7 febbraio per una storia di cocaina.

Il nordafricano si muove con circospezione e si ferma, dopo aver percorso una trentina di metri, davanti ad una siepe: si abbassa e lascia lì sotto qualcosa, per poi rientrare in casa. Gli agenti non ci mettono molto a scoprire cosa c’è in quella siepe, sotto un sasso: otto involucri di carta plastificata sigillati a fuoco, contenenti complessivamente 18 grammi di hascisc divisi in barrette.

A quel punto la perquisizione nell’abitazione del marocchino è solo questione di minuti: il 26enne “sbianca” e diventa nervoso appena si trova di fronte l’ispettore Stefano Caroni che l’ha già “incastrato” in febbraio. Nelle camere non viene trovata altra droga, d’interesse solo del contante e un cellulare, ma soprattutto sotto il letto di Lehlaly spunta il materiale usato per plastificare le dosi di “fumo”, cioè una borsina per la raccolta differenziata dei rifiuti. Ritagliando la borsina, il magrebino confeziona gli involucri, come quelli trovati sotto il sasso. Il cerchio è chiuso e il marocchino viene arrestato. Per la Municipale finisce in cella un venditore di droga non indifferente, che opera non solo in via Bligny, ma anche nei pressi di viale Umberto I e nell’area della stazione ferroviaria.

Ieri mattina il giovane disoccupato è comparso, in tribunale, davanti al giudice Cristina Beretti. Difeso dall’avvocato Alessandro Conti, il nordafricano non ha voluto rispondere alle domande del giudice.

Per lui il pm Valentina Salvi – che ha coordinato l’operazione antidroga della Municipale – chiede la misura cautelare in carcere e questa sarà la decisione del giudice Beretti che ha anche convalidato l’arresto. E non poteva essere diversamente, visto il recente precedente per spaccio, chiusosi con una condanna.

Di questa vicenda se ne riparlerà, in aula, il 12 maggio. In via Bligny è finito l’incubo-spacciatori e tossicodipendenti che si aggirano pericolosamente nella strada? Probabilmente sì, ma non si sa mai e i residenti tengono d’occhio facce e movimenti strani...

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