Gazzetta di Reggio

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Liberazione, la provincia in festa

Liberazione, la provincia in festa

Da San Polo ad Albinea, tutti i Comuni della provincia hanno celebrato la festa del 25 aprile.

25 aprile 2014
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REGGIO EMILIA. Non solo in città. Il 25 aprile è stato festeggiato anche in tutti gli altri Comuni. Ecco quanto avvenuto nella nostra provincia.

 

sanpoloSan Polo. Dopo aver deposto le corone d’alloro al monumento al Milite Ignoto e ai partigiani, Mirca Carletti, sindaco di San Polo, ha parlato ad una platea di giovanissimi cittadini, i bambini delle scuole di San Polo che ogni anno sono i veri protagonisti della celebrazione dell’anniversario della Liberazione. Loro hanno realizzato oltre 250 disegni esposti in tutti i negozi del paese, hanno sfilato nel corteo per il paese, hanno recitato poesie e letto pensieri di uomini e donne che hanno combattuto per la libertà, hanno disegnato e spiegato la seconda guerra mondiale, e cantato l’inno italiano. Al termine della cerimonia il vicesindaco Edmondo Grasselli ha imbracciato la chitarra, la figlia Sara la fisarmonica, e tutti i partecipanti hanno cantato “Bella Ciao”. Quella di San Polo è una delle manefestazioni celebrative più suggestive della provincia e comincia sempre con il suono lugubre della sirena antiaerea originale che si trova ancora sulla Torre dell’Orologio. “L’Anpi è custode del passato – ha detto l’ex magistrato Giancarlo Ruggieri, in rappresentanza dell’Anpi provinciale – e noi ci affidiamo alle giovani generazioni perché difendano i valori della Resistenza”. Anche quest’anno l’Anpi, ha consegnato le pergamene a persone che hanno contribuito attivamente alla tutela dei valori di pace e libertà: alle due partigiane sampolesi Deira Del Sole e a Rosita Rocchi Fede (assenti per problemi di salute), al luogotenente Marco Orsolini, ex comandante della stazione dei carabinieri di S.Polo (ritirato dal nuovo comandante, il maresciallo Giovanni Tondo), alla memoria del dirigente scolastico Villiam Arduini, ad Annamaria Paderna, dirigente scolastico nel periodo 2009/2012, alle professoresse di lettere Lara Paterlini e Clizia Ferrarini e alle insegnanti delle elementari Maurizia Cadei, Miria Rinaldi ed Emanuela Ruffini. Rosanna Ragni ha spiegato il significato dello slogan dei disegni “Chi ha paura del lupo nero? Io no!” , ricordando che la libertà si difende anche con il superamento del pregiudizio, citando l’esempio di papa Cervi che non cacciò dalla sua tavola il commensale che indossava la camicia nera dei fascisti.Gran cerimoniere della manifestazione e della deposizione delle corone, come sempre è stato Sandro Baschetti. Il corteo era preceduto dagli Ottoni Matildici che durante la deposizione delle corone hanno suonato il “Silenzio”. Dopo la messa, è avvenuta la deposizione di corone di fiori ai monumenti di Fratta e Grassano.

 

CASAL

Casalgrande. Dopo la messa in scena, ieri giovedì 24 aprile, al Teatro De André, dello spettacolo intitolato: «Ho visto un re» sul tema della libertà nelle canzoni di Jannacci, Gaber e Dario Fo, la celebrazione dell'anniversario della Liberazione a Casalgrande è continuata questa mattina. La commemorazione ha avuto inizio alle 10 con l'alzabandiera del Gruppo Alpini, di fronte al Municipio. In seguito è stata officiata la Messa nella Chiesa della Madonna del Lavoro, e successivamente il corteo, accompagnato dalla banda di Scandiano, ha deposto la corona ai piedi della statua dei Caduti. Alle ore 12, vi è stato il discorso del sindaco Andrea Rossi, di cui si riportano alcuni stralci: "In questi dieci anni di mandato, questa festa ha rappresentato per me il punto più alto delle celebrazioni legate alla storia del nostro Paese. Sono fiero di essere riuscito a festeggiare e a tenere vivo, nella popolazione casalgrandese, il ricordo di una data che è il simbolo della rinascita del popolo italiano. Inoltre è da oggi, che inizia ufficialmente il percorso che ci porterà alla celebrazione dell'importante anniversario del 2015, quando saranno passati settant'anni da quel 25 aprile che ci ha restituito la libertà. Lascio a chi verrà dopo di me e sarà scelto dagli elettori per guidare questo Comune, il compito, in collaborazione con le istituzioni del nostro territorio, di costruire un Comitato delle celebrazioni per stilare un calendario di eventi che sappia coinvolgere la nostra comunità, e ricordare e valorizzare al meglio questa eredità storica. Seppure, con il succedersi degli anni, le testimonianze dirette di quell'intenso periodo legato alla guerra e alla Resistenza vengano meno, è nostro compito rinnovare e tenere alti quei valori che mossero gli animi al coraggio e alla lotta; a partire da quella memoria che vede i nomi di Casalgrande essere annoverati tra quegli uomini di valore che misero a repentaglio la propria vita pagando un prezzo altissimo, e l'archivio dell'Istituto Storico della Resistenza, che prosegue un bellissimo lavoro di sensibilizzazione e ricerca, è davvero ricco di nominativi e dettagli che ci riguardano da vicino. In questo prezioso elenco, è possibile rintracciare delle storie emozionanti di figure che, inconsapevoli del destino che le attendeva, sono morte con la certezza che il loro gesto sarebbe servito a qualcosa: penso a un nostro concittadino di allora, alla cui memoria vi è un piccolo monumento qui a Casalgrande, che si chiama Adelmo Franceschini, con nome di battaglia Cisella, che morì, pensate, proprio qualche giorno prima che il Nord Italia fosse totalmente liberato dai nazifascisti. Fu ucciso il 22 aprile del 1945: e assieme a lui, ve ne furono tanti altri, i quali non poterono mai partecipare ai giorni festosi della Liberazione, a cui va il nostro ricordo (...) Penso a coloro che, già prima della guerra, osarono sfidare il fascismo. Come Luciano Bertani, nato nel 1984, un semplice bracciante comunista, il quale fu arrestato addirittura nel febbraio 1923 per scontri con fascisti a Scandiano, poi condannato ad alcuni mesi di carcere e vigilato fino al 1943. Penso davvero a quanto coraggio c'è in un uomo, casalgrandese come noi, che decide, nella sua semplicità e all'inizio di un regime totalitario, di sfidare il potere senza sapere con certezza che vi sarà un futuro, una concreta speranza per le sue idee. Così come tanto coraggio vi è stato nell'animo di un altro casalgrandese, Carlo Braglia, operaio, catturato nel gennaio 1944 e internato a Monaco, in quei suoi 472 giorni di prigionia, prima di essere liberato per mano americana il 28 aprile del 1945. O anche -e credo sia doveroso dare un omaggio anche a loro in questa giornata così commovente e speciale- nello spirito di coloro che sono stati arrestati, confinati, vigilati per tutta la durata del ventennio. Ricordo Giuseppe Ferrari, classe 1905, contadino antifascista, il quale fu arrestato perché insultò il Duce «che ci manda a farci ammazzare in guerra mentre i signori stanno indietro e fu confinato per ben tre anni, e liberato condizionalmente nel 1937 in occasione della nascita del principe, e poi vigilato anch'egli fino al 1943. Ricordo anche Vittorio Buffagni, classe 1883, commerciante antifascista, ammonito nel dicembre 1941 e prosciolto condizionalmente nel 1942, e anche Armando Pini, nato nel 1911, falegname arrestato nel luglio 1932 per organizzazione comunista e deferito al tribunale speciale, poi liberato per amnistia. E come loro vi furono Pompilio Ferrari, fuochista, e Carlo Mammi, bracciante, entrambi antifascisti, i quali furono vigilati fino al 1940. Ma, in una giornata dedicata alla lotta partigiana, voglio soprattutto voglio ricordare i combattenti come Fausto Abbati, nome di battaglia Nino, morto nel febbraio 1945, e Bartolomeo Bettuzzi, nome di battaglia Meo, morto nel gennaio dello stesso anno. Fare memoria del 25 aprile e della Liberazione, che fu anche un grande momento di grande unità delle forze democratiche, dai cattolici ai liberali, ai socialisti e ai comunisti, contro il nemico fascista, significa generare concretamente la speranza, e preservare lo spirito della Resistenza anche nel terzo Millennio». Dopo il discorso di Rossi, vi è stato il saluto di Monica Bonvicini, responsabile ANPI Casalgrande. Alle 15 di oggi, è prevista la Pedalata della pace, con partenza dal Parco Amarcord e arrivo in piazza Ruffilli, con rinfresco per tutti i partecipanti. Info: tel. 0522.998570. Alle 21, a Teatro, sarà inaugurata la mostra della pittrice Simona Rei intitolata «FREEDOM», presentata da Giuseppe Berti, con uno spettacolo che vedrà la partecipazione di Liliana Cosi e la Compagnia di Balletto Classico, e dell'attrice Maria Antonietta Centoducati. La serata sarà presentata da Donatella Serafini.

 

albineaAbinea. Una giornata di primavera per ricordare, ancora una volta, la vera primavera italiana che ha aperto al nostro Paese le porte della democrazia. Da quel 25 Aprile gli italiani hanno camminato lungo strade lastricate di pace, corazzati dalla certezza che fosse un bene indistruttibile. La giornata commemorativa si è offerta quale opportunità per riflettere su quanto sia, invece, fragile la pace, su come ogni giorno si assista a tentativi sovversivi. Ne sono un esempio le stragli, gli attentati intimidatori per mano di organizzazioni mafiose, una triste sequenza che ha segnato decenni di storia. Presenti alla Commemorazione il Vice Sindaco di Albinea Luca Poletti, il Ministro Maria Carmela Lanzetta, l'On. Antonella Incerti Deputato al Parlamento Italiano e il Presidente ANPI di Albinea Simone Varini. Il nostro orgoglio di cittadini italiani deve essere il motore per combattere questi rigurgiti di violenza, per non vanificare l'ingente tributo di sangue versato in nome di un ideale di libertà, di pace e di democrazia. "Queste organizzazioni" ha affermato il Vice Sindaco Luca Poletti con riferimento a tutte quelle forme di illegalità organizzata nel suo saluto ai cittadini "vivono e si diffondono ancora oggi, continuano ad estendere il loro manto di maura e sopraffazione sui più deboli." Nel ricordare la presenza alla Commemorazione del Fatto d'Armi di Villa Rossi il 29 marzo scorso dell'On. Paolo Bolognesi, Presidente dell'Associazione Strage di Bologna, ha proseguito "Ancora una volta ci si pone l'interrogativo di come si possa, a 69 anni di distanza, mantenere alti i valori della Resistenza. La risposta è nel rifiuto quotidiano di ogni scorciatoia per il raggiungimento di fini personali, è nell'idea di un Paese unito che deve affrontare unitariamente i problemi, ed è nell'esercizio della democrazia anche attraverso il voto". Il Vice Sindaco ha poi ceduto la parola al Ministro agli affari regionali Maria Carmela Lanzetta, spesso ricordata come esempio di coraggio e di passione per la sua attività, come Sindaco Prima e come Ministro oggi. La Lanzetta è infatti stata oggetto in prima persona di intimidazioni per mano di organizzazioni mafiose, quando svolgeva l'attività di Sindaco nel Comune di Monasterace. La Lanzetta ha salutato gli albinetani esprimendo la sua emozione per essere con loro a festeggiare il primo 25 Aprile in veste di Ministro della Repubblica. Nel suo intenso discorso ha tracciato un'immagine dell'Italia di oggi e di ieri, ha cercato di ricostruire i passaggi della storia per guardare a viso aperto le difficoltà del nostro Paese. "La democrazia si può dire in salute quando è animata da grandi ambizioni per gli ideali di giustizia sociale, di libertà individuale e di partecipazione collettiva. Ambizioni che abbiano al centro degli interessi comuni, e soprattutto il diritto al lavoro, il cui valore è espressione di "realizzazione" e "liberazione" dell'uomo e che, per essere tale, non può prescindere dalla costruzione di una solida cultura della legalità. Una cultura della legalità che nasce non solo dal ricordo dei nobili valori incarnati dai nostri padri, ma soprattutto da un impegno condiviso ad attuare quei valori con maggiore forza e tenacia, per una Repubblica che sia davvero espressione dei principi contenuti nella propria Costituzione." ha affermato il Ministro che si è poi addentrata nei problemi dettati dalla crisi e dalla carenza di lavoro "Ma soprattutto non si può essere liberi se si è oppressi, se si vive in un mondo degradato e soprattutto se non si ha un lavoro che fornisca i mezzi di prima sussistenza e dia dignità alla vita." Importanti riflessioni hanno riguardato anche il nostro continente e l'invito a non disertare le urne ha trovato voce comune sia nell'intervento del Vice Sindaco che in quello del Ministro "Il progetto di costruzione europea deve quindi guardare avanti, tornando ad ispirarsi ai suoi valori fondanti. Se più di mezzo secolo fa, alla fine della guerra, l'Europa unita è apparsa la migliore risposta ai totalitarismi e ai nazionalismi che avevano caratterizzato l'inizio del Novecento, oggi dobbiamo fare tutti un salto in avanti per scongiurare la perdita di peso del nostro Continente, in uno spazio globale sempre più competitivo." Tante le parole rivolte ai giovani sia dal Ministro che dal Presidente dell'ANPI di Albinea Simone Varini che ha scelto di lasciare la parola a un giovane rappresentante dell'Associazione Partigiani perché, come ha sottolineato lui stesso, "E' importante vivere con partecipazione soprattutto attraverso la voce dei giovani questa giornata". ogni anno anche ad Albinea i cittadini si ritrovano in Piazza, per riflettere sugli eventi che hanno cambiato la storia, e il loro presente, per guardare con occhio attento al futuro. Il cerimoniale, guidato dal Vice Sindaco di Albinea Luca Poletti, si è aperto con la deposizione innanzi alla Lapide ai Caduti e una al Cimitero di Borzano. Un'altra corona è stata deposta ai piedi della Lapide ai Caduti in Piazza Caduti Alleati di Villa Rossi a Botteghe. Infine la posa di una corona in Comune ad Albinea (ai piedi delle le Lapidi ai Caduti di Fola) e di un mazzo di fiori innanzi al cippo ai Caduti. Ogni momento è stato sottolineato dalle canzoni simbolo del nostro paese e della liberazione, primi fra tutti l'Inno d'Italia e Bella Ciao, magistralmente suonate dalla banda musicale di Albinea. Il pomeriggio è proseguito con musiche e canti, presso il Piazzale Lavezza, per festeggiare insieme ai più giovani la giornata della liberazione.

 

QUATTROQuattro Castella. Tanta gente questa mattina, venerdì 25 aprile, a Quattro Castella per l’anniversario della Liberazione con una mattinata di eventi iniziata alle 9 a Puianello e proseguita poi a Montecavolo e Quattro Castella. Alle 10.30, davanti all’ingresso dello Spazio Garage di piazza Dante a Quattro Castella hanno preso la parola il sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini, il presidente dell’Anpi di Reggio Emilia Giacomo Notari e la presidente regionale dell’Anffas Nicole Fiaccadori.Successivamente è stata inaugurata la mostra “Perché non accada mai più: Ricordiamo”.La mostra ripercorre il terribile periodo dello sterminio di 300.000 persone disabili da parte del dominio nazista durante il secondo conflitto mondiale. Nel 1939 Hitler diede infatti il via al programma di eutanasia delle persone disabili in nome della purezza della razza e del risparmio di risorse economiche, una sorta di mostruosa prova generale dei campi di sterminio. Le camere a gas furono infatti inventate per i disabili, che furono anche le prime cavie dei barbarici esperimenti medici su esseri umani. La particolare connotazione di questo sterminio, per le basi scientifiche da cui partì, per la sua accurata preparazione attraverso anni di martellante propaganda, per la tipologia dei suoi esecutori (non fanatiche SS, ma medici ed infermieri trasformati in aguzzini dei loro pazienti), pone domande inquietanti sul presente e sul futuro e spinge a un'approfondita riflessione sui grandi temi che da sempre accompagnano la convivenza umana. A guidare i presenti tra i pannelli della mostra c'era una guida d'eccezione, la curatrice dell'esposizione Virginia Reggi. Sull’argomento il Comune di Quattro Castella e l’Anpi organizzano anche una serata di riflessioni storiche in programma martedì 29 aprile alle ore 20.45 nella Sala del Consiglio comunale in Municipio a Quattro Castella. Saranno presenti lo storico Danilo Morini e la vicepresidente dell’Anpi Fiorella Ferrarini.