Gazzetta di Reggio

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Maltrattamenti, condannato l’ex marito

Maltrattamenti, condannato l’ex marito

Non accettava che la moglie volesse lasciarlo. La donna non si è costituita parte civile, l’imprenditore edile resta libero

25 aprile 2014
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Su una coppia in completa rottura – già iniziato in tribunale l’iter per la separazione – ora si “abbatte” la condanna per l’ormai ex marito, ritenuto colpevole di maltrattamenti, lesioni e tentata violenza privata: un inferno domestico che ebbe il suo “acuto” il 7 ottobre scorso quando l’uomo venne arrestato dalla polizia.

Giudicato con rito abbreviato, quindi con sconto di pena di un terzo, l’imprenditore edile 47enne (difeso dall’avvocato Mattia Fontanesi) se l’è “cavata” con una condanna ad un anno e mezzo di reclusione, ma con pena sospesa e soprattutto con annessa la revoca della misura restrittiva dell’allontanamento dalla casa coniugale.

L’ha deciso il gup Antonella Pini Bentivoglio al termine di un processo in cui l’ex moglie non ha voluto surriscaldare ulteriormente gli animi, decidendo di non costituirsi parte civile. Il pm Piera Cristina Giannusa avrebbe voluto una pena più severa, rimarcando che di episodi violenti in quella famiglia ce n’erano già stati diversi negli ultimi tre anni, spesso e volentieri davanti ai tre figli. Per non parlare dell’aggressione del 7 ottobre, quando – sempre secondo l’accusa – nel primo pomeriggio arrivò una richiesta d’intervento alla polizia da parte della moglie dell’imprenditore edile che, per evitare altre botte (due pugni in testa), era stata costretta a rifugiarsi al piano di sotto (nella casa della vicina), stringendo fra le braccia il figlio più piccolo.

Sulla base di questa ricostruzione, il pm Giannusa ha chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, ritenendo non applicabili le attenuanti generiche.

Una richiesta in linea con quanto denunciato dalla donna: una convivenza fra i due ormai al collasso, il coniuge che non sa trattenere gli scatti d’ira perché non accetta la decisione della moglie di separarsi, le botte violente al capo nell’episodio che, in pratica, ha fatto traboccare il vaso, dividendo una volta per tutte le strade di queste due persone un tempo felici insieme.

A tutto ciò ha replicato il difensore, parlando nell’arringa di una situazione familiare tesa, di litigi verbali e di insulti che volavano, ma negando che il suo assistito si fosse lasciato andare ad atti violenti. Insomma, gli immancabili battibecchi che spesso e volentieri “marchiano” le separazioni.

Il 7 ottobre, quando i poliziotti avevano raggiunto l’uomo nell’appartamento, l’avevano trovato in un profondo stato di agitazione: si lamentava dei suoi problemi economici e di quelli sorti con la separazione, addossando tutta la colpa della situazione alla moglie.

Resterà pochi giorni in cella, ora la condanna che comunque non lo riporta in carcere.