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Genitoni attacca la Pignedoli «Un comizio contro il M5S»

CASTELNOVO MONTI. Ad un mese dalle elezioni amministrative, le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione a Castelnovo diventano occasione di polemica elettorale. Il candidato del Movimento 5...

26 aprile 2014
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CASTELNOVO MONTI. Ad un mese dalle elezioni amministrative, le celebrazioni per l’anniversario della Liberazione a Castelnovo diventano occasione di polemica elettorale. Il candidato del Movimento 5 Stelle, Massimiliano Genitoni, critica le parole utilizzate nell’orazione della senatrice Leana Pignedoli.

«Alle celebrazioni – spiega – dopo una breve e pertinente introduzione da parte del coordinatore Anpi di Castelnovo, che ha ricordato i caduti e convocato sul palco alcuni partigiani e partigiane a testimonianza della loro esperienza, ha parlato a nome del Comune il vice sindaco Cosetta Gattamelati. Discorso breve ma imparziale senza connotazioni politiche che, ovviamente non sarebbero dovute entrare in gioco in questo che è un evento commemorativo di tutti coloro che credono nei principi di democrazia e libertà. Poi ha preso la parola la senatrice Pignedoli che ha voluto trasformare una commemorazione storica in un comizio elettorale contro il M5S. Non ha risparmiato commenti quali: “Abbiamo già sentito dire 20 anni fa a qualcuno tutti a casa”, senza ricordare che con quel qualcuno stanno governando assieme, oppure “la rete informatica non rappresenta la democrazia”, arrivando addirittura a portare esempi di ragazzine suicidatesi per i commenti negativi sui social network. Ha parlato di problemi del paese quali disoccupazione e povertà senza ricordare che il partito di cui fa parte è in maggioranza e non all’opposizione. Ha parlato di gruppi parlamentari che fanno sempre ostruzionismo, senza spiegare che senza quell’ostruzionismo non sarebbe stato salvato l’artico 138 e sopratutto che non si sarebbe accorta del suo “sbaglio” nel votare il decreto salva-Roma».

«La Pignedoli – conclude Genitoni – ha fatto un comizio elettorale senza contradditorio, creando paure negli elettori nei confronti di qualcosa che probabilmente lei ed il suo partito temono veramente: la possibilità di un ricambio. Questo è stato vergognoso, e gli applausi non si sono sentiti se non da parte dell’attuale giunta e di qualche dipendente di partito. Pensavamo che fosse stato un caso, ma leggendo quello che hanno fatto la Masini e il ministro Poletti a Reggio o la presidente della Camera Laura Boldrini a Marzabotto viene da pensare che sia una strategia difensiva da parte di chi detiene il potere e teme di perderlo». (l.t.)