Gazzetta di Reggio

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Una targa per ricordare la figura di Dante Bigliardi

Una targa per ricordare la figura di Dante Bigliardi

Poviglio: scoperta ieri dal sindaco Gianmaria Manghi accanto alla casa natale dell’ex partigiano che fondò e fu presidente del Filef, scomparso nel 2009

26 aprile 2014
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POVIGLIO. Nell’ambito delle manifestazioni celebrative della giornata della Liberazione, Poviglio ha reso omaggio alla memoria di Dante Bigliardi, che proprio a Poviglio nacque il primo ottobre 1922 (ultimo di nove fratelli), fu partigiano in Jugoslavia, dirigente del Fronte della Gioventù e poi del Pci nel dopoguerra, fondatore e presidente della Filef, la Federazione italiana lavoratori e famiglie, fino alla sua morte, avvenuta il 29 dicembre 2009.

Amministrazione comunale, Anpi e Filef hanno deciso di ricordato Dante Bigliardi con una breve cerimonia che si è tenuta davanti alla sua casa natale, in località Osteriazza, lungo la strada che conduce in direzione di Boretto. In quella casa colonica allora abitata dala famiglia Bigliardi, durante la Resistenza trovarono rifugio e ospitalità diversi combattenti antifascisti. Nel corso della cerimonia – alla quale hanno partecipato, tra gli altri, la moglie di Dante, Lina, e il figlio Luca – il sindaco Gianmanria Manghi e i rappresentanti di Anpi e Filef hanno scoperto una targa ricordo.

«Dante Bigliardi – scrisse Renzo Bonazzi – lascia di sé una traccia incisiva, non tanto nelle cronache mediatiche, quanto nelle centinaia di persone per le quali si é generosamente adoperato. Quando quasi nessuno se ne occupava, già da molti anni fa si dedicò alla conoscenza, alla organizzazione ed alla formazione degli emigrati italiani nel mondo, fino a costituire la Filef».

Poi ha cercato di trasformare quell’impegno per gli emigrati in nuovo spirito di accoglienza verso altri uomini che oggi vengono tra noi per la stessa ragione. In gennaio era uscito una singolare biografia di Bigliardi scritto da Stefano Morselli con testo in italiano che, girato dalla parte opposta, ricomincia in arabo proprio per presentare le facce di una stessa medaglia, di un fenomeno migratorio al quale una persona ha legato gran parte della propria vita. La prima costituita dall’emigrazione italiana all’estero, poi dal sud verso il settentrione; la seconda, degli immigrati extracomunitari di oggi.