Gazzetta di Reggio

Reggio

Clandestini nel laboratorio tessile cinese

Clandestini nel laboratorio tessile cinese

Cavriago: il giudice dispone il sequestro dei macchinari e del capannone di via Prampolini. Denunciata la titolare 50enne

27 aprile 2014
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CAVRIAGO. Alla vista della polizia, la titolare del laboratorio tessile aveva cominciato a gridare in cinese, probabilmente per dare l’allarme a chi era all’interno del capannone e subito c’era stato un “fuggi-fuggi” generale degli operai che temevano un controllo della polizia. Alla fine, però, gli agenti sono riusciti a bloccare i “fuggiaschi” e a identificare quattro operai clandestini. In seguito a quel blitz, portato a termine nei giorni scorsi in via Prampolini, a Corte Tegge, gli uomini dell’Ufficio Immigrazione di Reggio hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo del capannone adibito a laboratorio, così come disposto dal Gip del Tribunale di Reggio Emilia.

Si tratta di una ditta di abbigliamento la cui titolare, un’imprenditrice cinese di 50 anni, era già stata denunciata per sfruttamento di manodopera clandestina. Il blitz era scattato il 7 aprile scorso, quando gli agenti hanno dapprima trovato chiuso il portone del capannone. Poi la donna, ha cominciato a gridare qualcosa di incomprensibile, ma chiaramente era un “allarme”indirizzato a chi si trovava all’interno del laboratorio perchè, poco dopo, alcuni lavoratori hanno precipitosamente abbandonato le loro postazioni, cercando di fuggire all’esterno, attraverso una porticina ricavata tra le lamiere. Ma la corsa non è bastata perchè gli agenti sono riusciti ad intercettarli e a bloccarli poco oltre l’argine che costeggia la zona industriale di via Prampolini, grazie anche all’intervento delle Volanti. Per la donna, quindi, è scattata immediatamente la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre i quattro lavoratori clandestini sono stati segnalati all’Ufficio Immigrazione della questura per i provvedimenti del caso. Quindi, ieri, è stata data esecuzione al decreto del Gip che ha disposto il sequestro preventivo del capannone gestito dalla donna cinese, compresi macchinari e materiale tessile che si trova all’interno.