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Grissin Bon, il sogno è tutto in 40 minuti

di Linda Pigozzi
Grissin Bon, il sogno è tutto in 40 minuti

Alle 19 di stasera il team biancorosso sfida a Bologna il Triumph Lyubertsy Cinquemila tifosi affolleranno il pala Dozza per una grande festa di sport

27 aprile 2014
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REGGIO. Incidere a caratteri d’oro il nome della Pallacanestro Reggiana nell’albo d’oro dell’Eurochallenge è il sogno. Regalare un lunghissimo brivido caldo ai 5mila che riempieranno il pala Dozza è la missione.

La Grissin Bon, dalle 19 di oggi, si gioca sulle tavole dell’impianto felsineo un pezzo importantissimo della propria storia recente e passata.

Da abbattere c’è l’armata russa del Triumph Lyubertsy, sbarcato a Bologna con tutti i favori del pronostico dalla sua, ma che a conti fatti è tutt’altro che un ostacolo insuperabile. Poco importa se, come prevedibile, non sarà una gara di tecnicismi eccelsi ma una battaglia vera. Considerando il metro arbitrale “europeo” è facile pensare che la concretezza si sostituirà allo spettacolo.

Poco importa se il successo arriverà di un punto allo scadere dopo 40’ di atroci sofferenze o se si arriverà all’intervallo già un ventello sopra e pronti a far esplodere la festa. Ciò che conta, oggi, è incidere il nome del club cittadino sull’Eurochallenge.

Partita in sordina, come più volte sottolineato dal tecnico Max Menetti, l’avventura in coppa della Grissin Bon è cresciuta con la squadra. Proprio sui campi di mezza europa, il team reggiano ha trovato nuove certezze e una coesione insperata soltanto a gennaio e che fa pensare positivo anche in vista della fase caliente del campionato.

Prima di vivere e far vivere altre grandi emozioni nei play off, i biancorossi sono decisi scrivere un capitolo, nuovo e importantissimo, della storia del basket reggiano. E per farlo è necessario abbattere uno a uno i “soldati” del generale Vasiliy Karasev.

La chiave. L’uomo chiave oggi sarà Oj Silins. Nella sua ragnatela difensiva dovrà restare impigliato Kyle Landry, l’ala canadese dalla manina rovente match winner della seminfinale vinta dai russi sul Szolnoki. Per fermare il lungo avversario, insidioso pure dall’arco, potrebbe rivelarsi utile pure Angelo Gigli che per una volta andrebbe ad affiancare (e non a sostituire) Riccardo Cervi. Compito del centrone reggiano sarà invece quello di fermare il colosso serbo Milovan Rakovic, piedi pesanti ma presenza decisamente “ingombrante” in area.

Ci saranno minuti anche per Greg Brunner, solo spettatore della semifinale con i turchi? Le condizioni atletiche del centro con passaporto svizzero non sono eccellenti, è evidente. Trovando dall’altra parte della barricata un pariruolo non proprio mobilissimo, la finalissima potrebbe però annoverare anche Brunner fra i propri protagonisti.

Sforzi difensivi importanti dovranno farli anche gli esterni della Grissin Bon: da fermare c’è la guardia da punti dovranno farli su Cory Higgins, in grado di ferire a morte in contropiede.

Gli esterni reggiani, appunto.

Tanto Troy Bell quanto Ariel Filloy, contro lo squadrone russo dovranno dare di certo di più di quanto fatto con Gaziantep. Troppo poco graffiante Bell in attacco, troppo poco incisivo a livello di leadership e organizzazione del gioco, Filloy. Proprio l’argentino era in campo per consentire qualche minuto di riposo a Cinciarini, quando i turchi hanno ricominciato a mordere. Un refrain che s’è replicato per tutta la stagione.

La polemica. Nota a margine: prima della semifinale di venerdì s’è criticato a lungo il fatto che i baskettari bolognesi - e sotto le due Torri ce ne sono a migliaia - abbiano snobbato l’evento che si celebra al pala Dozza.

Eppure di basket europeo si sono nutriti per anni e anni e le Vu nere hanno perfino alzato l’Eurochallenge nel 2009. Un pizzico d’invidia nel vedere la Pallacanestro Reggiana lottare per quel trofeo? O, più malignamente, Basket City non ricorda neppure più cosa sia stare sul tetto d’Europa? Poco importa. Perché lì ora ci siamo noi.

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