Una guida cicloturistica famosa in America
Bagnolo: Marcello Bonini vince il “Travel Award” di Outside, importantissima rivista specializzata
BAGNOLO. Parla reggiano la miglior guida di cicloturismo al mondo. Marcello Bonini, 48enne residente con la famiglia a Bagnolo, ha ottenuto un riconoscimento importante e dalla principale rivista mondiale per il turismo all’aria aperta, l’americana Outside. Come ogni anno Outside ha redatto una serie di riconoscimenti, dove indica quelli che sono considerati i migliori esperti nelle varie discipline – fra il turistico e lo sportivo – di cui si occupa. Si chiamano “Travel Awards” e nel 2014 hanno visto vincitore, nella categoria “cycling”, proprio Marcello Bonini, da sedici anni una delle guide più richieste ed apprezzate dell’agenzia turistica statunitense Ciclismo Classico. La Ciclismo Classico propone dei pacchetti nel nostro paese, con lunghi percorsi da affrontare in bicicletta alternati a visite culturali e momenti eno-gastronomici, sempre in compagnia di esperti dell’agenzia stessa.
Fra loro proprio Bonini, che per il suo lavoro – ormai ben noto al di là dell’Oceano – è stato consacrato pure da Outside Magazine, massimo riferimento per gli appassionati di questo genere di turismo.
Una bella soddisfazione per Bonini, reggiano doc cresciuto in giro per l’Italia al seguito del padre, calciatore professionista. E dal papà ha ereditato l’attitudine sportiva: laureato all’Isef di Bologna con 110 e lode, Guida Ambientale Escursionista abilitata, gestore di piscine e strutture di fitness, tanta formazione anche all’estero, da sedici anni nei mesi caldi si dedica anche al ciclo-turismo con eccellenti risultati.
«E’ partito tutto quasi per caso, come un’altra avventura da provare, ed oggi è una parte sempre più importante della mia vita e del mio lavoro» – racconta Bonini. Come bella e saporita ciliegina, il riconoscimento di Outside: «Fa piacere, è ovvio, perché quella è la massima rivista mondiale nel settore, un settore fra l’altro sempre più in crescita soprattutto negli Stati Uniti». Resta una curiosità: cosa deve fare una ciclo-guida? «Un po’ di tutto. Normalmente si lavora a squadre di due persone, una viaggia in bici con il gruppo di turisti e l’altra li accompagna con un furgoncino, dove c’è tutto il materiale che potrebbe servire. Il nostro lavoro è molto variegato, non c’è solo la parte sportiva», spiega. A quella, si unisce un aspetto culturale: «In molte visite facciamo noi le guide, e raccontiamo le peculiarità di un luogo o di un’opera. Le eccezioni sono quei siti storici dove è necessaria una guida autorizzata per quel complesso».
Adriano Arati