Gazzetta di Reggio

Reggio

E’ una Grissin Bon da favola

di Linda Pigozzi
E’ una Grissin Bon da favola

La Pallacanestro Reggiana batte il Triumph in finale e conquista il suo primo trofeo

28 aprile 2014
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INVIATA A BOLOGNA. Il cielo è biancorosso sopra Bologna. La Grissin Bon fa sua la finalissima d’Eurochallenge contro i russi del Triumph Lyuberty e alza al cielo il primo trofeo internazionale della storia del club. E lo fa in un delirio di tifo che rende magica la notte bolognese. La Grissin Bon scrive la storia davanti a quasi 5mila spettatori, la quasi totalità arrivati da Reggio per vivere un brivido che resterà vivo e reale nella memoria per lunghissimo tempo.

La lotta è impari sul campo e sugli spalti: sei supporter russi contro i quasi cinquemila cuori biancorossi a far pulsare il catino di piazzale Azzarita.

Neppure 20” e White ha già colpito dalla media distanza. Poche battute ed è chiaro che i russi non scherzano, specie nel marcar strettissimo Kaukenas e non lasciare ossigeno a Cinciarini. Ma tutta Reggio ha gli occhi feroci di chi vuol incidere la storia. Ha carica da vendere Cinciarini, uscito zoppicante dalla semifinale per un dolore a un polpaccio che il sonno ha tolto a tanti alla vigilia. Il Triumph trova punti prima Higgins e poi il lungone russo Rakovic. Alla metà del quarto la gara è sul 10 pari. Qui coach Karasev gioca il suo asso: l'ala grande Kyle Landry che ha fatto sfracelli nella semifinale con gli ungheresi dell'Olaj tenuto in panchina al via. Ma sullo spauracchio canadese, la difesa reggiana non ha sbavature. Reggio accumula un bottino crescente di punti per i successivi 20’, trovando canestri pesantissimi dalla panchina (Bell colpisce a ripetizione e pure Filloy sa far male).

La galoppata è splendida. Reggio sbaglia pochissimo e non cade nell'errore di mollare la presa, nostante la forbice del vantaggio si allarghi: alla pausa lunga il tabellone luminoso del tempio bolognese dice 32-48. Dagli spogliatoi i russi escono con la consapevolezza di dover dare tutto nei minuti che seguiranno ma la Grissin Bon resta padrona dei giochi. La stanchezza esce solo nell'ultimo quarto. L’appannamento dei reggiani si fa palese alla metà dell’ultimo quanrto quando le percentuali offensive calano e il Triumph trova forza per risalire. Vikhrov firma il canestro del 61 a 73 (a 2'40" dalla fine). Ma il vantaggio acquisito dai reggiani è una garanzia.

L’ultimo minuto è da brivido. La panchina scalpita e schizza in piedi. Tutto il pala Dozza è in piedi. Arrivano le urla liberatorie dalla tribuna dove trovano posto il patron Landi, l’ad Dalla Salda, il presidente Paterlini e la vicepresidente Ferrarini, con le famiglie. C'è l'abbraccio fra Menetti e Frosini con il cronometro che ancora gira, rapidissimo, quasi quanto i battiti di quasi cinquemila cuori. Alla sirena le emozioni sono già esplose. Tutti in campo, i biancorossi sono storditi da un delirio di grida, applausi ed emozioni lasciate finalmente libere.

Ci sono le lacrime di Max Menetti che vola ad applaudire la curva che tanto gli ha dato. C’è il giro d’onore di Stefano Landi a prendersi uno scroscio d’applausi senza precedenti dalla Calori, anima di un palasport vestito di due soli colori.

L’apice è nell’istante in cui il capitano Michele Antonutti solleva il trofeo al cielo bolognese. Un cielo che s’è tinto di bianco e rosso. Quell’immagine, incisa nella mente di tutti, resterà storia.