Gazzetta di Reggio

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LA RIVINCITA DI KAUKENAS

«Qualcuno diceva che ero finito... Ma ho ancora fame di vittorie»

«Qualcuno diceva che ero finito... Ma ho ancora fame di vittorie»

BOLOGNA. «So che per questi ragazzi andrei in guerra e loro farebbero lo stesso per me. Questo e la loro voglia di vincere e di crescere valgono più di una vittoria con una grande squadra». Una...

28 aprile 2014
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BOLOGNA. «So che per questi ragazzi andrei in guerra e loro farebbero lo stesso per me. Questo e la loro voglia di vincere e di crescere valgono più di una vittoria con una grande squadra».

Una dichiarazione d’amore al suo sport, una confessione e un ringraziamento per questa piccola grande favola di provincia di cui ha voluto far parte e che lo ha ripagato con quel successo europeo che ancora gli mancava. È commovente fuori quanto in campo Rimantas Kaukenas, patrimonio del basket mondiale e, per fortuna dei reggiani, ormai un pezzo di storia biancorossa.

Dopo una carriera come la sua, cosa le dà questa vittoria con la Grissin Bon?

«Venire qui a Reggio, in una piccola squadra ma capace di mettere così tanta passione in quello fa, sempre con un'incredibile voglia di imparare, per me è la soddisfazione più grande. La vittoria in coppa è importante come altre che ho ottenuto ma forse, per dove e come è arrivata, è ancora più bella che una vittoria con una grande squadra».

Cosa significa per lei giocare a Reggio?

«Tanti mi chiedono perché ho scelto di venire qui, come mi sento a giocare in una squadra come Reggio: quello che posso dire è che in questi quattro mesi ho capito che per questa squadra, per i miei compagni andrei in guerra e loro farebbero lo stesso per me. Questo è quello che conta».

L’Mvp è andato a Cinciarini, ma in tanti avrebbero voluto premiarla...

«Quello che ho imparato, quello che mi hanno insegnato i miei allenatori è che per quanto talento tu abbia, da solo non sei in grado di raggiungere risultati come questi. Se sono qui è solo grazie a loro e alla mia famiglia. Sono solo una parte del team e quello che ho fatto, ho potuto farlo grazie ai miei compagni».

Siete stati sempre in controllo: si aspettava una finale così in discesa?

«Non è stata una gara perfetta ma, nonostante gli errori, siamo riusciti a farla nostra grazie alla difesa. Essere riusciti a ottenere questo grande successo significa che avevamo ancora la fame e la voglia per lottare e vincere».

Quanto ha contato la spinta dei quasi cinquemila reggiani presenti?

«I tifosi sono stati incredibili. Eravamo a Bologna, ma ci sentivamo a casa e la loro voce era più forte che al palaBigi».

Due stagioni fa la sua carriera sembrava finita: eppure è ancora qui, a lottare e a emozionarsi per questa vittoria. Cosa significa per lei?

«Nella vita ci sono tanti momenti difficili. Il secondo infortunio per me è stato un momento tremendo: avevo 33 anni, ripartire è stata dura. Diversi team mi hanno detto che non ce l’avrei più fatta a rientrare a certi livelli. Io però amo questo sport più di qualsiasi altra cosa al mondo. Cerco di ricordarmelo ogni giorno, ogni allenamento, per trasmettere le mie motivazioni ai miei compagni. Vedere che loro hanno la mia stessa fame di migliorarsi e crescere è la gioia più grande per me».

Daniele Valisena