Gazzetta di Reggio

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Appello ai sindaci: «Abbassate la Tasi»

Appello ai sindaci: «Abbassate la Tasi»

In vista delle amministrative, da Confagricoltura le richieste sul tavolo dei candidati per superare la crisi del settore

29 aprile 2014
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Con la scomparsa delle Province, l’agricoltura rischia di essere abbandonata a se stessa da un’amministrazione regionale e statale troppo lontana per avere una chiara percezione dei problemi del territorio. Confagricoltura, pur avendone chiesto l’abolizione già da quattro anni, se ne preoccupa e cerca di colmare il vuoto facendo appello ai candidati sindaci che, se eletti, avranno responsabilità inedite in questa materia. A loro rivolge la richiesta di abbassare l’imposizione locale, annullare gli intralci burocratici e ridurre i vincoli ambientali, allo scopo di sostenere un settore economico, quello primario, che continua ad accusare un calo del valore aggiunto e una contrazione degli addetti. All’amministrazione provinciale e, in particolare, all’assessore Roberta Rivi, da Confagricoltura riconoscono di avere lavorato bene in campo agricolo. Perciò se ne potrebbe rimpiangere l’operato: «A breve – spiegano dall’associazione – ci troveremo in mezzo al guado e prevediamo che non sarà facile riorganizzare l’agricoltura, l’ambiente e la pianificazione territoriale. Diamo ai futuri sindaci fin da ora la nostra collaborazione. A loro, ma soprattutto ai decisori nazionali, chiediamo di cogliere l’occasione di questa riforma per una vera e profonda semplificazione burocratica». È in pericolo, a suo parere, soprattutto l’agricoltura della montagna, dove si trova circa il 13% delle aziende agricole reggiane e quasi il 25% degli allevamenti, cosicché la zootecnia da latte rappresenta il 90% del valore della produzione agricola nella zona appenninica. La prima questione da affrontare è la tassazione. Gli agricoltori avevano ottenuto l’abolizione dell’Imu sui fabbricati strumentali, che per loro comportava un’imposizione tripla rispetto all'Ici. Tuttavia la nuova Tasi di fatto la sostituisce. Perciò da Confagricoltura chiedono «l’abbassamento immediato di un punto dell’aliquota Imu sui terreni agricoli», anche allo scopo di controbilanciare il previsto giro di vite sui terreni agricoli collinari e sulle agro-energie rinnovabili.

«L’imposizione locale – aggiungono – è in costante aumento. È una vera e propria imposta patrimoniale, che le imprese agricole non possono reggere». I futuri sindaci, inoltre, sono chiamati a conoscere i problemi delle aziende agricole e a favorirne lo sviluppo: «Chiediamo che nella programmazione economica e territoriale dei Comuni siano ridotti al minimo o annullati i vincoli che possono frenare gli investimenti e la crescita, in modo particolare degli allevamenti». Un’ultima istanza si contrappone alle frequenti proteste dei cittadini contro i miasmi diffusi dalle stalle, dalle porcilaie, dalle concimazioni e dagli impianti di biogas. «Assistiamo troppo spesso – dicono da Confagricoltura – ad atteggiamenti estremistici, strumentali e frutto di disinformazione tecnico-scientifica. Le attività agricole esistevano già prima di tanti insediamenti abitativi. Non solo. Possiamo dire che nella nostra provincia esse sono condotte con grande attenzione e rispetto delle norme». Dall’associazione sottolineano che, su 90 controlli Arpa sugli allevamenti, 66 ne hanno dimostrato la regolarità e che gli spandimenti tendono ad essere fatti in modo corretto.

Luciano Salsi