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Brescello, due giornate per ricordare Gino Cervi

Brescello, due giornate per ricordare Gino Cervi

Non fu soltanto un indimenticabile Peppone nella saga di Guareschi, ma anche un grande interprete in tv, cinema e teatro

29 aprile 2014
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BRESCELLO. Non poteva esserci luogo più indicato di Brescello per celebrare un convegno che punta a ricordare uno dei più grandi attori italiani, a quarant'anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 3 gennaio 1974.

Si svolgerà infatti sabato e domenica “Storia e mito di Gino Cervi”, con interventi di studiosi e giornalisti, proiezioni di video e film, ospiti illustri, intermezzi musicali, dibattiti, ricordi e testimonianze. Dell’attore bolognese saranno ricordate le principali interpretazioni: dai giovani eroi romantici degli anni Trenta e Quaranta per arrivare al sindaco Peppone – ruolo che lo ha fatto “adottare” dalla comunità brescellese - e al commissario Maigret. Ma chi non ricorda, ad esempio, il suo volto storicamente abbinato alla pubblicità (a quei tempi si parlava ancora di “Carosello”) del brandy “Vecchia Romagna etichetta nera”, con lo slogan "Il brandy che crea un’atmosfera”? Si parlerà della sua avventurosa carriera, della sua straordinaria versatilità e della sua mai abbastanza riconosciuta statura d'attore-autore, che, tolta la maschera ai suoi personaggi, sa “diventare” quei personaggi. Attore dotato di grande presenza scenica e di una notevole incisività recitativa, Gino Cervi è stato uno dei più prolifici e versatili interpreti nella storia dello spettacolo italiano, capace di spaziare dal teatro serio a quello brillante, dal cinema alla radio e alla televisione. E’ chiaramente il ruolo di Peppone quello che lo lega indissolubilmente alla storia di Brescello e all'immaginario collettivo delle nostre zone. La sua abilità nell'interpretare il sindaco burbero – ma capace di grandi ripensamenti e riconciliazioni con l'amico-nemico don Camillo – nato dalla penna di Giovannino Guareschi è ancora oggi riconosciuta come prova di grande cinema, nei panni di un personaggio dai molteplici risvolti e con una spiccata indole politica tipica del tempo.

Fu negli anni Cinquanta che arrivò lo straordinario successo con l’interpretazione della fortunatissima serie dei film dedicata a Don Camillo e Peppone. I film della serie furono ben cinque (fino al 1970) e videro Cervi accanto al Don Camillo interpretato dal francese Fernandel. Il sodalizio artistico e personale tra i due attori fu talmente profondo, che quando Fernandel morì (sul set del sesto film della saga), Gino Cervi si rifiutò di proseguire l’opera. Gli atti successivi della saga, infatti, vennero girati con attori differenti.

Furono soprattutto le doti umane di Cervi a restare impresse nella memoria dei brescellesi, che ancora ricordano la sua disponibilità e la naturalezza con la quale sapeva tuffarsi nella vita del paese.

In omaggio alla sua figura, Brescello ha scelto di intitolargli inoltre il teatro del paese. Ma per quanto riguarda Cervi, è proprio il caso di parlare di “devozione”, in quanto gli abitanti del comune rivierasco gli sono tuttora riconoscenti per aver contribuito a portare nel mondo il nome di questo piccolo paese della Bassa.

Andrea Vaccari