Gazzetta di Reggio

Reggio

Tre band al Calamita per sognare la finale

 Tre band al Calamita per sognare la finale

Stasera sfida tra Mura di Mos, May Gray e Anabasi Road

29 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CAVRIAGO. Secondo appuntamento e seconda serata di eliminatorie per il Premo Daolio, il concorso musicale per giovani cantanti e band. Stasera dalle ore 21.30 sul palcoscenico del circolo Arci Calamita di via Guardanavona si fronteggeranno a colpi di note e voci, tre band composte prevalentemente da musicisti ventenni. Due modenesi, Le Mura di Mos e May Gray e la reggiana Anabasi Road.

LE MURA DI MOS. Il gruppo è di recente costituzione, nasce all’inizio del 2013 a Carpi da un'idea di Alessandro Delle Monache e Davide Greppi (rispettivamente ex cantante/chitarrista e batterista dei Frammenti di Settembre), i quali reclutano subito Giacomo Gasparini al basso. La band inizia a comporre brani originali, il cui genere si orienta subito sull’alternative/indie rock. Dopo varie demo in sala prove, tra aprile e maggio 2013 il trio è impegnato nella registrazioni di 5 brani inediti presso il Lemonhead Studio di Federico Truzzi a Carpi. La scorsa estate iniziano le esibizioni live che portano la band a suonare su palchi de I Vizi del Pellicano di Fosdondo, Il Tunnel di Reggio, al Kalinka e al Mattatoio di Carpi. Tra ottobre e novembre sono inoltre completate le registrazioni del primo disco, con l'aggiunta di tre brani rispetto ai cinque precedenti.

Lo scorso febbraio la band riesce ad ampliare notevolmente il sound e l'impatto nei live con l'aggiunta di Matteo Magnani (ex Freeman Stone) in qualità di chitarrista/tastierista. In uscita il loro primo lavoro discografico, completamente autoprodotto.

ANABASI ROAD. Andrea Giberti, Massimiliano Braglia, Alessio Gambarelli, Riccardo Vecchi, Luca Orlandini e Nicholas Corradini. In sintesi sono Anabasi Road, gruppo rock nato nel 2009 a Reggio Emilia con un occhio di riguardo verso la sperimentazione musicale. Spinti dal desiderio di esprimersi lasciando libero spazio alla creatività, mischiano e fondono influenze di vario genere senza gettare radici.

Intraprendono così un viaggio attraverso le insidie del blues, e puntando alla stella del rock progressivo navigano sulle onde dell'hard rock più vintag. Dove approderanno? Staremo a vedere. La band ha un sito web in costruzione e una pagina Facebook ricca di notizie e fotografie.

MAY GRAY. E’ un'espressione californiana che indica un periodo specifico dell'anno, in cui il grigio delle rare nuvole prevale all'onnipresente e acceccante sole color arancio accesso, tipico della West Coast. Ma ora è anche il nome di una band. Dopo una lunga esperienza nel Golden State, Paolo Rossi, già bassista di ED, semplicemente sente l'esigenza di scrivere. Siamo a cavallo tra il 2012 e il 2013. I pezzi nascono chitarra e voce dapprima in inglese e successivamente in italiano, tenendo conto degli insegnamenti del più classico pop dei Beatles, del grunge dei Foo Fighters e dei Pearl Jam fino ad arrivare alla delicatezza di Ryan Adams; un paio di demo registrati in sala prove suscitano il desiderio di volerli sviluppare in un gruppo. Due chitarre (Alberto Lepri e Paolo Giliberti) un basso e una batteria (Mattia Giacobazzi) danno il giusto input a un sound contaminato dal rock, pop e atmosfere acustiche, in cui regnano sovrane la spontaneità e la voglia di fare musica.