Gazzetta di Reggio

Reggio

POVIGLIO, INCONTRO SULL’AMBIENTE

Biotrituratore, chieste garanzie «Troppi disagi e rischio-centrale»

Biotrituratore, chieste garanzie «Troppi disagi e rischio-centrale»

POVIGLIO. Il biotrituratore continua a tener banco a San Sisto e il delicato tema è spuntato subito quando lunedì sera – al ristorante Casa Motta, proprio vicino all’area “incriminata” – si è parlato...

30 aprile 2014
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POVIGLIO. Il biotrituratore continua a tener banco a San Sisto e il delicato tema è spuntato subito quando lunedì sera – al ristorante Casa Motta, proprio vicino all’area “incriminata” – si è parlato di ambiente.

Nell’incontro promosso dalla lista Progetto Comune Poviglio hanno preso la parola una ventina di cittadini, fra cui diversi aderenti al Comitato Arcobaleno che vuole dall’amministrazione garanzie di salvaguardia dell’ambiente e della salute. Qualcuno ha sottolineato che dopo l’inizio della campagna giornalistica contro il biotrituratore effettivamente rumori ed esalazioni sono molto diminuite. Però chi abita più vicino all’area industriale continua a essere svegliato durante la notte da macchinari che improvvisamente si mettono in funzione per un’ora o due, camion che partono o arrivano. Altri hanno obiettato che i titolari delle ditte sostengono che dopotutto l’area è industriale e gli abitanti dovevano saperlo, mentre in realtà l’area è nata come artigianale-residenziale e solo successivamente è arrivata l’autorizzazione a svolgere attività industriali, di impatto molto più pesante. Infine la sottolineatura che i funghi e le spore del legno, anche dei tronchi non frantumati, possono diffondersi nell’aria e danneggiare le vie respiratorie. Valutazioni, dubbi e ansie affiancatesi all’esposizione fatta dall’avvocato Fabio Dosi (che ha presentato l’esposto) mostrando documenti, foto e filmati. «Il problema è costituito da disagi – ha rimarcato Dosi – da polveri, esalazioni, rumori provocati dall’attività di alcune ditte, che in realtà costituiscono un’unica entità, basta vedere chi ne sono i titolari. Nessuno può negare questi fatti. Qualcuno dice che da un paio di settimane questi disagi si avvertono meno. E’ vero, ma non è che le ditte hanno modificato le lavorazioni, esse hanno semplicemente ridotto parecchio l’attività. Non abbiamo alcuna garanzia che, passata la tornata elettorale, esse riprendano a tutto spiano». Inoltre Dosi ha puntato il dito su due aspetti: «Il sindaco ha escluso ipotesi di realizzazione di centrali a biomassa. Ottimo. Tuttavia sa che è installato un impianto a cippato che produce energia termica annua di quasi 5 milioni di kwh. Il problema è che questi impianti sono enormemente inquinanti se non vengono costantemente controllati. Il sindaco ha assicurato che l’area in questione non diverrà mai un deposito di rifiuti. Mi auguro che non si giochi con le parole. Gli scarti legnosi, le ramaglie, le potature, le biomasse varie che causano polveri e odori, anche se non sono giuridicamente “rifiuti”, si stanno accumulando in enormi quantità nell’area e inducono a temere, visti anche i rapporti con Sabar, che la lavorazione aumenti costantemente».