Gazzetta di Reggio

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L’omaggio di Napolitano alle vittime di Kos

L’omaggio di Napolitano alle vittime di Kos

Viano, nella delegazione ricevuta dal presidente anche la madre di Gino Bondanelli, ucciso nel 1943

30 aprile 2014
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VIANO. «È stato un incontro emozionante». Questo condensato di emozioni riportato da Alberto Caselli, nipote di Gino Bondanelli, uno dei due reggiani trucidati sull’Isola di Kos nel 1943 - l’altro è il regnanese Arrigo Filippo Vezzani - commemorati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso 25 aprile in occasione della Festa della Liberazione.

Caselli, ha accompagnato la mamma Maria Gabriella, che era tra le dieci persone della delegazione di familiari (con i rispettivi accompagnatori), che a distanza di oltre settant’anni dall’eccidio di 103 ufficiali del 10° Reggimento Regina che non si erano piegati ai tedeschi, divenuti nemici dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, ha visto riconosciuta la loro memoria.

Un percorso lungo, ma che, come ha sottolineato il Presidente Napolitano, salutando i familiari «meritava una riparazione per l’aver lasciato, tutti noi, troppo a lungo in ombra quella dolorosissima esperienza. Quei 103 ufficiali a Kos furono sommariamente processati e barbaramente trucidati per non essersi piegati alle pretese germaniche di sopraffazione e alle minacce di brutale ritorsione. La grande maggioranza di essi aveva meno di 30 anni. Al loro consapevole e coraggioso comportamento deve andare oggi il nostro omaggio, additandolo come esempio di fedeltà a valori essenziali di coerenza, fierezza e amor di patria. E insieme auspico che le spoglie dei trentasette ufficiali – tra cui Vezzosi, ndc – che ancora giacciono in luogo ignoto dell’isola, possano presto trovare una degna e onorevole sepoltura, confortata dalla riconoscenza e dalla pietà di noi tutti».

La tragedia di Kos era stata pochi minuti prima, citata dagli interventi del Generale Mario Buscemi, (rappresentante delle Associazioni Combattentistiche, d’Arma e Partigiane) e dal Senatore Roberta Pinotti, Ministro della Difesa la quale ha così commentato: «La certezza di un destino tragico non fermò la volontà di combattere, a Kos, l’isola greca che fu teatro di una tragedia efferata eppure da pochi ricordata. Giusto oggi tributare il nostro ricordo commosso anche ai 103 ufficiali del 10° Reggimento Fanteria “Regina” uccisi il 5 ottobre 1943».

Prima della cerimonia, il Presidente e il Ministro si sono intrattenuti con una delegazione ristretta di sei persone del Comitato di Kos.

«Purtroppo mia madre – chiude rammaricato Caselli – non ha potuto fare parte di questa delegazione ristretta a causa del rigido cerimoniale, anche se è stata successivamente salutata con affetto dal Generale Buscemi».

Per i due caduti vianesi, quindi, un riconoscimento tardivo ma significativo.

Alessandro Zelioli