Gazzetta di Reggio

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Riconsegnata la patente all’autista

di Elisa Pederzoli
Riconsegnata la patente all’autista

I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla difesa: non spettava all’autorità giudiziaria il ritiro del documento

30 aprile 2014
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E’ stata restituita la patente all’autista di Seta che guidava il bus di linea sul quale, secondo gli inquirenti, viaggiava il piccolo Sylvester Agyemang, lo studente rubierese di 14 anni che ha perso la vita alla fermata di Porta Santa Croce lo scorso 13 gennaio.

Al sequestro del documento di guida deciso dall’autorità giudiziaria, aveva risposto il legale difensore dell’uomo, l’avvocato Alessandro Sivelli del Foro di Modena, con un ricorso. La decisione del tribunale – presidente Cristina Beretti, a latere Andrea Rat e Alessandra Cardarelli – non si è fatta attendere e con una sentenza del 24 aprile scorso ha di fatto dato ragione alla difesa.

Due i punti cardine della decisione del giudice. A partire da quanto la difesa ha sempre sostenuto: che non è un provvedimento di competenza del giudice il ritiro del documento di guida. Di solito, infatti, è il prefetto che può revocare la validità della patente.

Inoltre, per i magistrati non c’è il rischio di reiterazione, alla luce della dinamica di quanto accaduto.

L’autista già da lunedì ha potuto riottenere la sua patente. Documento che gli consentirà di tornare alla guida dei pullman di Seta, dopo che a causa della sua sospensione l’azienda aveva dovuto reimpiegarlo nell’officina della sede di via del Chionso.

Non è che l’ennesimo sviluppo di un’indagine partita in salita. E che deve fare i conti con un errore che, comunque vada, avrà un peso: quello dell’errata identificazione da parte della polizia municipale del jumbo sul quale quel tragico giorno viaggiava Sylvester Agyemang. Che aveva portato non solo all’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omissione di soccorso e omicidio colposo l’autista sbagliato, ma anche al sequestro del bus errato.

Un errore, quest’ultimo, non di poco conto. Perchè la perizia in incidente probatorio del mezzo, con ogni probabilità, non verrà fatta: inutile analizzare un bus che non c’entra con l’incidente. E altrettanto non rilevante è procedere con gli accertamenti su un mezzo che è si quello giusto, ma è stato posto sotto sequestro solo due mesi dopo l’incidente. Quando è passato più volte per l’officina, per manutenzioni ordinarie e straordinarie. Che hanno di fatto mutato il quadro, rendendo dunque difficile, se non impossibile, stabilire se quel giorno il mezzo aveva problemi alle porte e altre criticità dal punto di vista della sicurezza.

In ogni caso, l’incidente probatorio che comunque si è aperto prima di scoprire “l’equivoco” si concluderà con un’udienza l’8 maggio.