Gazzetta di Reggio

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Uno sguardo infinito per scoprire Reggio

Uno sguardo infinito per scoprire Reggio

Venerdì si alza il sipario su Fotografia Europea 2014. Anteprima delle principali mostre allestite nella città

30 aprile 2014
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REGGIO. Un viaggio translocale nell’immaginario iconografico di alcuni tra i più grandi fotografi e reporter internazionali e di casa nostra, per riscoprire il potere dell’immagine d’autore e alcuni dei luoghi più suggestivi della città e del mondo.

Siamo al conto alla rovescia per la IX edizione di Fotografia Europea che prenderà il via venerdì prossimo e prosegue fino a domenica (ma numerose mostre rimarranno visitabili anche nelle prossime settimane. Per voi abbiamo visitato in anteprima le principali mostre allestita in città.

Chiostri San Pietro. Per i reggiani, un valore particolare avrà la mostra di Luigi Ghirri: allo scandianese è stata dedicata la mostra “Pensare le immagini” curata da Laura Gasparini e suddivisa in Icone, Paesaggi e Architetture, in cui Ghirri, col suo stile che sembra andare a braccetto con l’Emilia descritta da Tondelli, dialoga con le culture e gli oggetti del quotidiano, consonanze geometriche, architetture italiane, paesaggi e soggetti che riportano agli anni Settanta e Ottanta.

Accanto al grande reggiano, l’approfondimento sul tema del libro fotografico della mostra “Senza meta”, a cura di Elio Grazioli, con le sue installazioni per la lettura e gli splendidi scatti del mondo del lavoro raccolte dalla fondazione Mast di Bologna e curate da Erich Lessing. Last but not least, il viaggio in bianco e nero tra la grammatica comunicativa di Sarah Moon, con la sua “Alchimies”, che si affianca a “Journal de voyage”, la mostra che l’artista francese espone ai Musei Civici.

Chiostri San Domenico. Spostandosi in via Dante, si entra nel destabilizzante mondo della “Divina Violenza” (Divine Violence), ricostruito dai pluripremiati Broomberg e Chanarin. Nel loro mastodontico allestimento, ispirato dalla scoperta della “Bibbia di Brecht”, viene esplorato il lato buio dell’informazione visiva, per disintegrare il regime di “anestesia dell’immagine” che nasconde una delle dimensioni costitutive della realtà umana. Il percorso si sposta poi sul dialogo tra natura, arte pittorica, cinema e artificialità dell’estetica di Herbert List (della Magnum, l’agenzia di Capa e Cartier-Bresson), e la sua “The magical is passing” curata da Walter Guadagnini.

Sede ex Aci. Il festival è anche un viaggio alla riscoperta della città, che proprio attraverso il dedalo di esposizioni attraversa e mette in comunicazione tutto il centro storico, compresa via Secchi e la prossimità legata ai nuovi reggiani di via Roma. Qui nell’ex sede Aci è stata allestita la splendida mostra dedicata ai “campioni” dell’agenzia Magnum. “No place like home”, a cura di Francesca Zanot, raccoglie una selezione delle opere di otto fotografi contemporanei che indagano sulle trasformazioni del territorio per fini urbanistici, oltre alla condizione dei migranti del Mediterraneo e dei “loro” luoghi.

Sinagoga e altri luoghi. La suggestiva location di via dell’Aquila si sposa alla perfezione con le immagini dell’ex prigione di Pianosa di Silvia Camporesi, raccolte nella sua “Planasia”, così come l’evocativo complesso lavoro a metà tra simbolismo ed esotismo di Andrea Ferrari alla Galleria Parmeggiani, mentre per gli amanti di Meliès, la Belle Èpoque e degli Smashing Pumpkins grande fascino ha la raccolta di Palazzo Casotti “Illusionismo surreale”, di Harri Kalha.

Daniele Valisena

ANTEPRIMA DELLE MOSTRE

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