Gazzetta di Reggio

Reggio

Renzi a Vecchi: «Vincerai al primo turno»

di Evaristo Sparvieri
Renzi a Vecchi: «Vincerai al primo turno»

Oltre settemila persone ieri in piazza Prampolini per il premier che attacca Grillo: «È un gufo che fischia il tricolore»

19 maggio 2014
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REGGIO EMILIA

«A Beppe Gufo dico: non si fischia l’inno nazionale. I nostri bambini devono avere valori comuni». Risponde dalla stessa piazza, stracolma, che solo una settimana fa aveva ospitato il leader M5S, Beppe Grillo. E lo fa citando più volte il tricolore, dal palco di fronte a quel municipio in cui è nata la prima bandiera nazionale, infiammando oltre settemila persone (diecimila secondo il segretario provinciale, Andrea Costa) arrivate ad ascoltare il comizio del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per i candidati alle prossime elezioni del 25 maggio. Il premier arriva intorno alle 21, da via Emilia Santo Stefano. È a piedi, accompagnato dal sottosegretario, Graziano Delrio. Ad attenderli, in piazza del Monte, oltre ad una folla di persone in ovazione anche le massime autorità territoriali, dal prefetto ai rappresentanti delle forze dell’ordine. Lo chiamano tutti per nome, il premier, che non si sottrae a strette di mano e scambi di parole con chiunque lo fermi. In piazza Prampolini, intanto, il popolo Pd lo sta aspettando. È il segretario Andrea Costa il primo a prendere la parola dal palco. «Noi reggiani del Pd l’inceneritore lo abbiamo spento. A Parma invece lo hanno acceso. E non siamo stati noi».

Ovazione, cui segue prima l’intervento della capolista alle Europee, Alessandra Moretti, poi quello del candidato sindaco reggiano, Luca Vecchi, che conclude il suo discorso citando Camillo Prampolini: «C’è un muro su un immobile di Massenzatico dove c’è scritto “Uniti siamo tutto, divisi niente”. È questo lo spirito dei reggiani». La reggianità. È cio che ha ben chiaro anche Matteo Renzi, che appena prende in mano il microfono non può fare a meno di ricordare che «Delrio è il mio fratello maggiore»: «Ma cosa avrà questa Reggio Emilia? – esordisce il premier – A Palazzo Chigi, quando penso a cose belle da realizzare, tipo sulla scuola, ecco che spunta il sorriso beffardo di Delrio che dice: “A Reggio lo abbiamo già fatto”». Incita Luca Vecchi («Graziano, il tuo comune è in ottime mani), convinto che il 25 maggio «sarà un derby, ma Vecchi lo facciamo vincere al primo turno», in un discorso di circa una trentina di minuti in cui non sono mancate altre frecciate al M5S. E poi il lavoro, con l’annuncio di misure di sburocratizzazione per le imprese, e gli 80 euro in busta paga, dove non manca di attaccare ancora Grillo e Berlusconi: «Sono uguali. Per loro 80 euro sono un’elemosina. Sono invece un diritto. Per la prima volta abbiamo fatto una manovra in cui abbiamo dato agli italiani». E mentre ricorda il ruolo che dovrà assumere l’Italia in Europa, Renzi lancia infine la sua sfida in vista del voto: «Il 25 maggio si vota innanzitutto per i Comuni, ci sono 27 capoluoghi. L’altra volta è finita 14 a 13 per noi. Chiedo al Pd di mettersi in gioco per avere 20 per noi». Reggio Emilia è messa nel mirino.