Sfilata in piazza contro i sequestri
Studentesse rapite in Nigeria: la comunità reggiana protesta
Hanno attraversato via Emilia San Pietro, dirigendosi poi in piazza Prampolini, tutti vestiti con magliette bianche sulle quali compariva la scritta «Ridateci le nostre ragazze». Sono i componenti dell’associazione dei nigeriani di Reggio e provincia, che hanno voluto aggiungere la loro voce alla protesta mondiale contro i rapimenti avvenuti in Nigeria. Un gesto a distanza, con il quale supportare il governo nigeriano, impegnato nella difficile trattativa per la liberazione delle 230 ragazze rapite dagli islamisti del gruppo Boko Haram, il 15 aprile, da una scuola nello Stato nord-orientale di Borno. Le liceali nigeriane sono state convertite all’Islam, come documentato dai filmati diffusi nei giorni scorsi.
Una vicenda che ha scosso la comunità reggiana, protagonista ieri pomeriggio della protesta scandita con cori e canti. Non sono bastate, infatti, le dichiarazioni giunte da Boko Haram, che hanno fatto sapere di essere disposti a liberarle in cambio dei prigionieri del gruppo terrorista islamico.
Insieme all’associazione nigeriana reggiana c’erano anche alcune onlus no profit locali, che hanno innalzato cartelli facendo loro lo slogan lanciato anche sui social network “bring back our girls”, ridateci le nostre ragazze.
È notizia di ieri la richiesta degli islamisti nigeriani, che hanno inviato una lettera scritta al presidente di un liceo a Makurdi, nello Stato centrale di Benue, minacciando di rapire 200 studenti per obbligarli a sposare le oltre 200 ragazze sequestrate a Chibok. Ennesimo episodio che ha fatto salire la rabbia delle comunità provenienti dallo stato africano, unite nella lotta contro il gruppo islamista.